Bari - Procura e polizia non mollano la presa su Filippo Pappalardi. La ricostruzione dei fatti fino al momento della scomparsa - secondo l’accusa - è confermata e i testimoni restano credibili, ma è l’ipotesi della disgrazia quella che gli investigatori privilegiano, con il passare delle ore, nelle indagini sulla tragica fine di Ciccio e Tore Pappalardi. Tuttavia, al momento non viene esclusa la tesi che i ragazzini siano stati visti cadere nella cisterna dal loro papà (che li inseguiva e che li avrebbe quindi lasciati morire), mentre viene sostanzialmente escluso che l’uomo li abbia lanciati nel pozzo, anche perché gli investigatori continuano a sostenere che l’uomo potrebbe aver assassinato i figli solo per dolo d’impeto, cioè mentre li picchiava per punirli. La tesi della tragedia però - sottolineano fonti investigative - non esclude che il papà delle vittime abbia avuto un ruolo nella vicenda. Responsabilità, ben inteso, anche solo morali, forse appesantite dalle presunte, false dichiarazioni che l’uomo ha reso alla polizia e ai magistrati nel corso delle indagini e da un "macroscopico" tentativo di depistare le investigazioni. Ma questi elementi sono sufficienti a far restare in carcere l’indagato?
Tragedia Incrociando il ragionamento della polizia con quello della procura, emergono anche i motivi in base ai quali la pista della tragedia viene privilegiata: è quella che dà credibilità a tutti i testimoni finora ascoltati (al momento della scomparsa i fratellini erano in piazza delle Quattro Fontane a giocare con i palloncini pieni di acqua con tre amici), conferma il racconto del baby-testimone (che dice di aver visto i ragazzini salire sull’auto del loro papà alle 21,30) ed è compatibile con il contenuto dei colloqui di Pappalardi intercettati dalla polizia.
Ricostruzione Cosa potrebbe essere successo? Secondo magistrati e polizia, Filippo Pappalardi la sera del 5 giugno 2006, alle 21,30, in preda all’ira, raggiunge in piazza delle Quattro Fontane i figli e li fa salire in auto. I ragazzini sanno che sarebbero stati puniti, perché hanno disobbedito al genitore. Quindi, durante il percorso decidono di fuggire dall’auto e scappano verso via Ianora, a poca distanza dalla "casa dalle cento stanze" in cui sono stati trovati i loro cadaveri. Pappallardi li vede fuggire. Poco dopo va al Roxy bar, che si trova a pochi passi dalla casa dalle cento stanze, cambia dei soldi per telefonare da una cabina e chiede al titolare se ha visto dei bambini giocare. Questi risponde di averli visti a poca distanza. Torna a casa e non cerca più i figli, perché sa che prima o poi torneranno. Quindi, ipotizza che i bambini siano andati dalla loro mamma e telefona alla donna. Il giorno dopo la scomparsa, Filippo non cerca neppure i suoi figli e va a lavorare. A qualcuno dirà più o meno così: "Se vado a lavorare, non vedendomi a casa, ritornano". Ma i bambini non tornano. Pappalardi si allerta e qualche giorno dopo dirà alla polizia di aver saputo dalla mamma di un amichetto dei figli che la donna aveva visto andare Ciccio e Tore verso via Ianora, cioè verso la masseria. In realtà la donna smentisce questa versione.
Secondo la nuova ipotesi degli investigatori, l’uomo attribuendo alla donna quell’indicazione ha voluto che la polizia concentrasse le ricerche in quella zona, cioè dove aveva visto fuggire i figli ma non ha mai detto "cercateli nel casolare", come ha urlato ieri al suo legale che gli ha fatto visita in carcere.Esami Una risonanza magnetica sarà compiuta quasi certamente oggi sui corpi di Francesco e Salvatore Pappalardi. L’esame servirà, secondo fonti medico-legali, a fornire un ulteriore riscontro sulle diverse lesioni riscontrate a una gamba e al bacino di Ciccio e alla piccola frattura refertata sul piede di Tore. I risultati saranno disponibili lunedì. Oggi ai medici legali della procura dovrebbero essere consegnati dagli specialisti del reparto di neurochirurgia del policlinico di Bari gli esiti degli esami radiologici e radiografici compiuti nei giorni scorsi.
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