«Grazie al Giornale finalmente so come curarmi»

Caro direttore,
voglio esprimere stima e affetto a lei e a tutta la redazione (so che lavorate col cuore oltre che con la mente), attraverso la mia piccola testimonianza. Ho 57 anni. Sono stata operata nel 2005 e da allora è iniziato il vero calvario. Dolori addominali in forte crescendo, dei quali né visite specialistiche, ecografie, Tac, Risonanze, Rx di vari tipi, colonscopia ecc. diagnosticavano il motivo. Ho avuto una sincope nel marzo 2007, con vertigini continue. A ottobre un chirurgo pensa di operarmi di laparocele, ma dopo l’intervento peggioro. Vengo operata nuovamente presso il reparto di chirurgia universitaria dell’ospedale dell’Aquila dal professor Sergio Leardi, che libera finalmente il colon attraverso un’importante viscerolisi. Riprendo pian piano ad alimentarmi nella speranza che i dolori passino. Ma continuavo a star male, e spesso, con vertigini, digiuni e pochissime forze. Pensavo di soffrire ancora di subocclusioni intestinali, ma le ulteriori indagini le escludevano. Avevo di continuo un dolore fortissimo sottocostale. Di nuovo visite specialistiche, ricoveri ecc. Si comincia a parlare di neuropatia (imbrigliamento o lesione del nervo sottocostale?). Notte e giorno pensavo di impazzire per i dolori. Solo la mia poca fede mi ha aiutato a sopportare. Arrivo a voi! Il Giornale domenica 19 ottobre 2008. Articolo: Tipi italiani. Marco Palmisano e la sua bella storia in cui viene citata la dottoressa Giovanna Bardellini. Si accende un piccolo lume di speranza. Mi metto subito in contatto con lei e resto incantata dalla sua disponibilità e cortesia. Mi ha indicato un bravissimo medico immunologo omeopata di Roma, dottor Angelo Micozzi, il quale, dopo accurate analisi, ha individuato una forte infezione nel sangue da helicobacter, che potrebbe aver anche intaccato il nervo. Questa diagnosi mi è stata anche confermata dall’ospedale Gemelli di Roma, dopo un ricovero a febbraio di due settimane. E infine, il Giornale di sabato 17 gennaio 2009: Meno traumatica la neurochirurgia. Mi sono avvalsa dell’aiuto a Treviso e a Roma del bravissimo professor Alexandre, il quale con piccole infiltrazioni sul nervo mi ha aiutato ad attenuare il dolore. Sto continuando il percorso di cura con il dottor Micozzi e sono certa di aver ormai preso la strada della discesa, se non altro ora posso alimentarmi normalmente e soprattutto so cosa combattere. Cosa dire ancora? Semplicemente grazie, grazie e ancora grazie.
Rosanna Massari - L’Aquila

Lo sa, cara Rosanna, ogni tanto alla sera, quando abbiamo mandato in tipografia l’ultima pagina del giornale, ci guardiamo un po’ stanchi e ci chiediamo: «Servirà?». A me viene sempre in mente uno dei miei primi caposervizio che per farmi scrivere più in fretta mi urlava: «Non perdere tempo, tanto domani il tuo articolo serve per avvolgere le patate». Non ci ho mai creduto. Non è vero che i giornali servono ad avvolgere le patate. Non solo, almeno.

La sua lettera è un grande incoraggiamento per tutti noi sulla strada che stiamo percorrendo con decisione: il Giornale deve essere uno strumento utile, non solo per gli editoriali e le posizioni politiche (che restano fondamentali), non solo per le inchieste e gli scoop giudiziari (che restano importanti, e Di Pietro ne sa qualcosa), ma anche per le notizie di servizio che contiene, per le storie che racconta, per i sorrisi che regala. E il fatto che una lettera così dolorosa ma piena di speranza ci arrivi proprio dall’Aquila, oggi, se permette, ha un valore ancora superiore. Grazie a lei.

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