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"Grazie Italia, i tuoi schiaffi mi hanno reso migliore. Ora voglio una sfida Real"

L'ultina predica di Mou: "Non mi piace il vostro calcio, certe critiche, le squalifiche... Vado via per essere il primo a vincere la Coppa con 3 club"

"Grazie Italia, i tuoi schiaffi mi hanno reso migliore. Ora voglio una sfida Real"

L’abbraccio forte con Diego Milito, la stretta di mano all’intera panchina del Bayern, le lacrime mentre Zanetti gli ripete «sei un grande», infine i pugni alzati verso la curva e il figlio che sale sulle sue spalle. Ma la notte di Josè Mourinho si è colorata di addio, un addio che arriva pochi minuti dopo aver alzato la Coppa. «Voglio essere l’unico allenatore che vince la Champions con tre squadre diverse. Quando vinco non mi fermo e qui ho vinto tutto, voglio sempre di più per la mia carriera. Sono più vicino a scegliere una nuova vita professionale». Che sarà probabilmente Madrid, un’altra scommessa per il tecnico di Setubal. «Solo il Real si è interessato a me, ma io non ho parlato con nessuno e non ho firmato nulla: ho promesso che avrei parlato dopo la finale e così sarà. All’Inter mi hanno dato tanto, ma ho pagato, ho dato tutto. Per questo motivo mi sento libero di decidere. Non so se in Spagna mi tratteranno meglio che in Italia, è una sfida anche questa: voglio vincere il terzo campionato importante d’Europa, la terza Champions con un altro club. Ma chissà, domani mi sveglio e ho voglia di vincere il terzo scudetto consecutivo con l’Inter...».
I segnali li aveva già lanciati, parlando negli ultimi tempi di un’Italia sempre più ostile nei suoi confronti: «Non mi mancherà, mi mancherà solo l’Inter. È da 3-4 mesi che penso di andare via soprattutto per rispetto a me stesso. Sono successe cose che non mi sono piaciute: squalifiche, un cartellino rosso, un presidente che dice che sono scarso, un allenatore che dice che non ho portato niente al calcio italiano perché sono portoghese. Comunque ringrazio il calcio italiano, sono un allenatore migliore di quello che ero due anni fa».
Mou si è sminuito anche sulla sua percentuale in questi trionfi. «Un allenatore non fa una squadra. Oggi sono l’uomo più felice del mondo, è stata una Champions fantastica e assolutamente impressionante. Se vado via, l’Inter farà un’altra bella scelta, ci sono certe cose che non si perdono più... Fra qualche mese i giocatori saranno a Montecarlo, giocheranno l’Intercontinentale, nuove esperienze. E l’importante è che restino Moratti e Zanetti. Ma una cosa è certa, la squadra nerazzurra mi piacerà sempre». La chiosa è sui figli, compreso il suo. «Sono felice di aver visto a Madrid il figlio di Picchi, quello di Facchetti. E poi il mio: da mesi mi diceva "vincerai la Champions", mi ha dato una grandissima forza, è un bambino fantastico».
Se Cambiasso si infila la casacca storica con il numero tre del compianto ex presidente Giacinto Facchetti, Marco Materazzi prende in giro la Juventus con un messaggio «rivolete anche questo?», che ironizza sulla volontà del club bianconero di riavere lo scudetto 2006. Balotelli ha annunciato che si farà un taglio di capelli a forma di Champions. Capitan Zanetti, ieri sera 700 partite con l’Inter, è tra i più emozionati: «Seguivo questa Coppa da 15 anni ed è arrivata nel momento migliore della mia carriera. Sono il capitano di una grande Inter. Alla fine ho pensato ai tifosi, al presidente, alla mia famiglia ma anche a Facchetti e all’avvocato Prisco, da lassù hanno giocato insieme a noi questa partita». Ha vinto tutto, ma non sarà al Mondiale. «Credo di non dovermi rimproverare nulla, Maradona ha fatto un’altra scelta e io l’accetto, con l’Inter mi sono tolto tante soddisfazioni». L’addio di Mourinho non lo ha colto di sorpresa: «Non ci aveva detto niente, ma era nell’aria che andasse via. Si era un po’ stancato dell’Italia, ha avuto tanti nemici».
Chi rischiava di non arrivare a questa finale è Cristian Chivu. «Non sapevo se sarei tornato a giocare, è una gioia fantastica per me e per chi mi è stato vicino. La Coppa è stata il frutto di un lavoro fatto durante l’anno, la Champions si vince con i piccoli dettagli». Goran Pandev in pochi mesi da separato in casa Lazio è passato a tre trofei con l’Inter. «Abbiamo fatto una grande partita e meritavamo di vincere questa Champions avendo eliminato Barcellona e Chelsea. Sarà difficile ripetersi, ma la squadra nerazzurra deve giocare sempre per vincere tutto». Lo sconfitto Van Gaal rende onore agli avversari: «Con quella squadra l’Inter doveva vincere, ma si sa che attaccare è più difficile che difendere, dunque è più facile vincere in quel modo.

L’assenza di Ribery? Con squadre come l’Inter, non avere giocatori creativi pesa».

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