Grecia rimandata all’esame di tedesco

SOLIDALI La Francia si è offerta di anticipare il proprio sostegno, pari a 6,3 miliardi

La crisi greca è a un punto drammatico e il governo greco che prima aveva deciso di fare da sé ora sollecita l’aiuto del Fondo monetario e dell’Unione europea, perché fatica a piazzare il debito pubblico decennale al tasso di interesse astronomico del 9,7%, oltre 6 punti sopra il livello a cui si colloca quello del Bund, il debito del governo federale tedesco. A parte il deficit di bilancio corrente che supera il 10%, ossia su base annua circa 23 miliardi, di cui 9 già maturati, la Grecia il 18 maggio deve rinnovare un debito decennale di 8,4 miliardi. In base a una decisione di massima, presa a Bruxelles, il Fondo monetario dovrebbe dare 15 miliardi, gli stati membri dell'Unione europea complessivamente altri 30.
Il premier di Atene Papandreou si dice certo che l’Unione europea e il Fondo monetario vorranno sborsare questi soldi per mettere la Grecia in un porto sicuro, al fine di consentirle di ricostruire la sua nave, gravemente avariata dalla tempesta e permetterle così di riprendere il suo viaggio, verso il risanamento. La metafora è bella, ma non basta a convincere la Germania a fare la sua parte, nel sostegno alla Grecia, che comporta per il governo di Berlino di dover prestare a quello di Atene 8,4 miliardi di euro.
In Germania ci sono, fra pochi giorni, le elezioni nel Land del Nord del Reno-Westfalia. E se la maggioranza attuale del governo di Angela Merkel, composta da democristiani e liberali, perde questo Land, il seggio di questo Land nel Senato federale passerà all’opposizione. E la coalizione dc-liberali perde la sua maggioranza nel Senato, che è ora di un solo voto. Sia l’opposizione socialdemocratica, che il partito liberale che fa parte della coalizione di governo Merkel, insieme a Cdu e Csu (i due partiti democristiani) si sono schierati contro l’aiuto alla Grecia, mettendo in difficoltà il ministro delle Finanze Schauble della Cdu, che del resto non è entusiasta dell’operazione. E anche nella Cdu e soprattutto nella Csu bavarese ci sono proteste. L’argomento dei liberali tedeschi è che sino ad ora la Merkel si è detta contraria, per ragioni di bilancio, alla riduzione delle imposte, che essi chiedono e che era nel programma con cui hanno vinto le elezioni. Ma, domandano i liberali tedeschi, se il nostro bilancio non consente una riduzione di imposte, perché non possiamo fare nuovi deficit, come mai ci sarebbero i soldi per la Grecia? La risposta è che questo non è un regalo, ma un prestito e che si spera che la Grecia lo restituisca. Inoltre, come dice Tremonti, quando la casa del vicino brucia e c’è rischio che l’incendio si propaghi a noi, ci conviene aiutare il vicino, anche se il fuoco è divampato per la sua imprudenza. I tedeschi non si fidano della Grecia perché essa in anni recenti ha imbrogliato sul deficit di bilancio, riducendolo mediante operazioni su «derivati» attuate tramite Goldman Sachs.
Inoltre il deficit greco del 2009, stimato sino a settembre al 7% del Pil, è diventato, a consuntivo, il 12%. E ora risulta in realtà del 13,5% perché tale consuntivo era sbagliato per difetto. Così il governo tedesco adesso dice che prima che esso presenti in parlamento la legge occorrente per varare il prestito alla Grecia bisogna che l’Fmi stabilisca le condizioni di austerità a cui il governo di Atene deve adempiere, onde essere certi che quel denaro serva al risanamento e che essa sia in grado di pagare gli interessi e rimborsarlo. Analogo esame alla Grecia dovrà fare la Bce. La Commissione europea dovrà, a sua volta, accertare che le clausole poste alla Grecia da Fondo e Bce siano valide e che essa sia in grado di rispettarle. Tre esami, che richiedono tempo. Altro tempo, poi, occorrerà per la legge tedesca di approvazione del prestito. Per il primo esame, il più difficile, quello del Fmi, però bastano 15 giorni. E se la Grecia lo passa potrà avere subito dopo gli 8,4 miliardi che le occorrono entro il 18 maggio. La Francia si è offerta di anticipare il suo aiuto, che è di 6,3 miliardi. L’Italia, che è impegnata per 5,5 miliardi non ha alcun motivo per fare un gesto analogo.

Anche per noi i vincoli di bilancio rendono difficile ridurre le imposte. E noi abbiamo già un grosso debito. Dobbiamo solo augurarci che la Grecia superi gli esami e la Merkel vinca le elezioni nel Land Reno-Westfalia. Il medico pietoso fa la piaga cancrenosa.

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