Grecia sotto pressione, mai così cari i titoli del debito pubblico

Atene esclude nuove misure anticrisi nel 2010, ma l’economia greca continua a essere sotto pressione: ieri lo spread sui Bund ha infranto nuovi record, mentre il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, ha parlato di nuove possibili misure di austerità, verosimilmente a partire dal 2011, che saranno discusse con la missione Ue-Fmi ritardata dalle ceneri vulcaniche.
I colloqui inizieranno domani, 24 ore prima del nuovo sciopero annunciato dai sindacati contro la politica del governo. Intanto, la Borsa di Atene ha risposto con una nuova flessione del 2,56% all’aumento dello spread sui titoli decennali greci rispetto ai Bund tedeschi - salito a 470 punti, un livello che non si vedeva dal 1998 - per timore che la probabile attivazione del meccanismo di sostegno comporti nuove misure di austerità che colpirebbero soprattutto il settore privato. Juncker ha sostanzialmente confermato tali timori in un’intervista a un quotidiano online greco, affermando che la discussione sulla nuova austerità «non è un problema per domani mattina, ma relativo al processo nel suo insieme». Dal canto suo, il portavoce del governo greco Giorgio Petalotis ribadisce che non ci saranno nuove misure nel 2010. La situazione è stata comunque discussa in un incontro tra il premier Giorge Papandreou e il ministro delle Finanze, George Papaconstantinou, che al termine ha definito «cruciali» i prossimi colloqui con Ue-Fmi per decidere se attivare o no il meccanismo di sostegno: se Atene deciderà per il sì, ha detto, lo farà «rapidamente».
Nettamente contro un intervento del Fmi si è detto di nuovo il principale partito di opposizione e già di governo Nuova democrazia (Nd, centrodestra) secondo il quale la Grecia è in grado di far fronte all’emergenza con i propri mezzi.


Intanto, gli esperti del Fmi sono già arrivati ad Atene ma aspetteranno l’arrivo dei loro colleghi europei: se necessario, si ricorrerà a una teleconferenza.
Ad aggiungere pressione, il sindacato dei dipendenti pubblici, Adedy, si prepara a un nuovo sciopero nazionale di 24 ore domani, mentre quello comunista, Pame, ha convocato una protesta di 48 ore per il 21 e il 22.

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