A fare i conti con il mondo degli spioni, gli ambientalisti di Greenpeace hanno fatto il callo da tempo: fin da quando la loro nave che ostacolava gli esperimenti nucleari in Oceania fu fatta oggetto di una delle operazioni più maldestre della storia dei servizi segreti francesi. E fin da allora, si intuisce, l'organizzazione ha messo in piedi una struttura parallela di controspionaggio, finalizzata a rilevare e reprimere i tentativi da parte di istituzioni pubbliche e private di sbirciare nelle sue vicende interne e in quelle dei cittadini di cui l'organizzazione prende le difese.
Così oggi Greenpeace può annunciare di avere «beccato» i responsabili di altre intrusioni nei suoi sistemi di comunicazione interna, annunciando contro di loro l'avvio di una causa per risarcimento danni che si annuncia colossale. Si tratta di «nemici» storici dell'organizzazione ecologista: due colossi multinazionali della chimica, e il potente studio di pubbliche relazioni che cura la loro immagine, e che investe ingenti risorse per smontare le accuse lanciate dagli ambientalisti.
Al centro della richiesta di danni ci sono Dow Chemical e Sasol North America, la società che ha assorbito Condea Vista, una azienda in passato oggetto delle denunce di Greenpeace, nonchè le agenzie di pr Denezenhall Resources e Ketchum. Il comunicato diffuso dall'organizzazione parla esplicitamente dell'arruolamento di investigatori privati da parte delle società e dei loro portavoce, nonchè di incursioni informatiche e di intercettazioni telefoniche abusive.
Greenpeace spiega così gli obiettivi dell'azione legale: «vogliamo mettere un limite all'arroganza di queste aziende, che hanno ritenuto troppo a lungo che la morale non si applica ai loro alti profitti». Poi entra nel dettaglio: «Documenti provenienti dalla società di sicurezza arruolate dalla Dezenhall Resources e dalla Ketchum su incarico di Dow Chemical, Sasol e altre aziende contengono rapporti, registrazioni e altre prove che queste aziende stavano tenando di distruggere la vita privata dei membri delle comunità della Louisiana che combattevano per difendersi dall'inquinamento tossico». «Le società di pr facevano da intermediari tra le aziende chimiche e le spie». «Vogliamo mandare un messaggio a qualunque grande azienda che progetta di spiare, intimidire o interferire con la lotta delle comunità per un mondo migliore».
«Ci vedremo in tribunale», conclude il comunicato di Greenpeace.
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