Un gregge di pecore proteggerà i monti dal rischio smottamenti

Una pecora salverà la montagna dai rischi idrogeologici. L'esperimento, per niente bizzarro, lo stanno già compiendo in un'area dell'Alpago, nel Bellunese, dove da alcuni anni il compito principale di tenere puliti i prati e di preservarli dall'avanzata del bosco - causa dell'intasamento delle canalette di regolazione idraulica - è affidato ad un gregge di pecore. Non ovini qualsiasi, però, ma pecore autoctone, presenti in quest'area da circa mille anni, che sono le uniche in grado di pascolare agevolmente su terreni inclinati fino a 45 gradi. Il progetto della pecora «antismottamento», avviato nel 2000 da un agronomo del posto, Alessandro Fullin, sarà discusso sabato anche in un seminario pubblico, alla Fondazione Benetton, di Treviso.

Circondando l'area più vulnerabile all'aggressione del bosco - fenomeno che causa il deterioramento delle canalette per la regolazione idraulica realizzati tra gli anni '30 e gli anni '50 - con una recinzione lunga 33 km e suddividendo quindi l'area interna in 70 lotti, Fullin fa pascolare a rotazione gruppi di animali all'interno dei singoli settori. Il risultato è che il bosco non si propaga, le canalizzazioni rimangono pulite e l'acqua piovana scorre in modo regolare, evitando sia le esondazioni a valle sia l'erosione del pendio.

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