
È stata licenziata la maschera della Scala che ha gridato «Palestina libera» prima del concerto del 4 maggio scorso. I sindacati sono sul piede di guerra. Quanto ai motivi del provvedimento preso dal Piermarini sono da ricercare nel fatto che i dipendenti in divisa «non possono permettersi simili comportamenti». Il Piermarini ora è in campo per un'iniziativa utile a sensibilizzare sulla catastrofe umanitaria: prima delle prime di «Sigfrido» del 6 giugno e del balletto «Paquita» ci sarà un'iniziativa per Gaza. Il sovrintendente Ortombina ha acconsentito alla richiesta dei sindacati: esporre la scritta «Cessare il fuoco, fermate i massacri» con la possibilità anche di un intervento dello stesso manager prima dello spettacolo.
Rispetto al licenziamento «non ne ho parlato con il sovrintendente» Ortombina, «francamente non ne ero informato, quindi prima voglio parlarne con lui e capire le ragioni», ha detto il sindaco Beppe Sala, che era presente al fatto ma non aveva «focalizzato». Evento avvenuto il 4 maggio scorso, appunto, all'ingresso della presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel Palco reale per l'evento organizzato per la 58esima edizione dell'Annual Meeting della Asian Development Bank. C'era anche il ministro Giorgetti.
La giovane aveva uno striscione, ma è stata bloccata dalla Digos - presente vista la partecipazione della premier alla serata - prima che riuscisse a srotolarlo. L'urlo si è appena percepito in platea perché la maschera è stata fermata praticamente subito. Del licenziamento ha dato notizia il Cub del teatro: «Un verdetto ghigliottina della direzione»; ci sarà battaglia.