Non seguono le mode di stagione e non sono ancora fashion victim, ma utilizzano abiti, accessori e griffe per crearsi un look ben preciso. Uno stile che risponda a particolari canoni estetici e che le faccia identificare con un gruppo di appartenenza. E questo è fondamentale, perché è (soprattutto) attraverso lo stile che comunicano il loro modo di essere. Hanno dai 13 ai 17 anni, e descriverle parlando di «omologazione» è inutile, perché questa è la fase che precede l’anticonformismo e la ribellione, quindi deve essere così, e poi spesso gli stili si mescolano, cambiano a seconda della città.
Milano è più attenta alle tendenze, Roma più conservatrice. Tanto che i «fighetti», i cosiddetti «pariolini», da anni e anni si ritrovano sempre a piazza Euclide. «A Roma poi - racconta Isabella, 15 anni, - ci sono i ragazzi e le ragazze più popolari, quelli che stanno sulla bocca di tutti, per questo ci si chiama per nome e cognome». A Milano no: «Nessuno usa nome e cognome per parlare di amici o conoscenti. Qui non ci si conosce tutti, ma facciamo gruppo tra noi» spiega Nausicaa, 16 anni a dicembre, perché a Milano è diverso: ogni liceo ha il suo punto di ritrovo. Anche se proprio da uno storico liceo del centro, il San Carlo, è nato lo stile dei «sancarlini» (alterego dei «pariolini»). Come riconoscere le loro ragazze? Girano sullo Scarabeo, usano jeans skinny a vita bassa o minigonne, magliette strette o canotte sovrapposte (Abercrombie o Brandy), grandi borse di marca, scarpe Hogan o ballerine, hanno i capelli lunghi (senza frangia) e poco trucco, ascoltano musica house e leggono Moccia. Simili (ma per un occhio allenato diversissime) le «aspiranti sancarline», che ai piedi portano le Nike Air Max, jeans a vita molto più bassa, magliette con scritte come «Milano Bene», e ai primi freddi si infilano il Moncler con cappuccio bordato di pelo per non abbandonarlo più fino a primavera.
A Roma le «parioline» doc girano sulle macchinette (quelle col motore di un cinquantino), indossano Superga o ballerine, pantaloni a sigaretta, magliette strette (Brandy e Subdued), grandi borse griffate, braccialetti di Tiffany e solo le più trendy osano con qualche tocco più originale.
A Roma come a Milano il grande match si gioca fra pariolini-sancarlini e truzzi. Perché i truzzi (vedi sotto) esasperano tutto ciò che è griffato, colorato, evidente. Anche se poi, a Roma, è facile vedere due amiche parioline o due amiche truzze agganciare il lucchetto a Ponte Milvio. L'altra storica rivalità è fra pariolini (storicamente di destra) e «zecche», o «alternativi». Le «zecche» sono «più hippy», frequentano scuole come il Tasso, o i licei artistici, e sono di sinistra. Gli alternativi sono più liberi: si divertono mischiando le tendenze, ma di solito si vestono con jeans stretti, t-shirt larghe e cinturone a vita alta. Stessa rivalità (fra «sancarlini» e «zecche») anche a Milano, ma non sempre così politicizzata.
Le ragazze più trendy, a Milano - a Roma non esistono - sono le «hipster chic» (vedi sotto), che reinterpretano gli anni '80 in modo divertente. Le ragazze «emo» - dark molto sensibili e intimiste - se vedono sempre meno, ma le riconosci comunque dal ciuffone nero, dal pallore esasperato e dagli occhi truccati di nero. E poi dagli accessori a quadrettini (scarpe Vans, cinture, zaini), dai pantaloni e le maglie nere stampate, e dallo smalto nero sulle unghie.
Anche le ragazze «gotiche», metallare di vecchia scuola tutte borchie e abiti neri, non sono più tanto numerose. Eppure questo stile sta tornando negli shooting delle riviste di moda. Ma le teen non le leggono proprio, le riviste patinate.
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