Grillo, un pubblicitario da 5 stelle

Ma i giornalisti non erano forse «servi per vocazione e, soprattutto, per stipendio»? Non erano forse «la stessa cosa dei politici, visto che sono entrambi pagati con le nostre tasse»? Sarà. Si vede che, ora che le elezioni amministrative si avvicinano, Beppe Grillo ha cambiato idea. I giornalisti servono, se utili a portare pubblicità. Una pubblicità a cinque stelle.

Come definire altrimenti la lettera che il comico genovese sta in questi giorni inviando alle redazioni dei quotidiani italiani? Una lettera autografa che inizia con un «Egregio Direttore» e continua perorando la richiesta di definire correttamente il «Movimento cinque stelle», «visto che - sottolinea Grillo - molti media continuano a non riconoscerne l’esistenza e quando si tratta di attribuire un’etichetta ai consiglieri eletti nelle nostre liste centinaia di persone si vedono qualificare, a seconda dei casi, “Grillini”, “Amici di Beppe Grillo” o appartenenti alla “Lista Grillo”, quando non esiste alcuna organizzazione politica che porti il mio nome». Cosa non si fa per un po’ di réclame.

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