Grizi: l’elegante provinciale «all’avanguardia»

Una mostra gentile, un omaggio a un artista che resta ottocentesco pur attraversando con la sua attività i tre quarti del XX secolo, questa monografica organizzata a trent’anni dalla scomparsa di Piero Grizi. Dal primo autoritratto, un romantico e decentrato primo piano dalla stesura morbida, alle figure femminili (la tela giovanile Donna mentre si infila una calza scura è una delle opere più riuscite, vive di un tratto sicuro e fresco, intriso di luce), ai paesaggi montani e campestri, fino all’ultimo autoritratto, si snoda il filo rosso di una pittura decisamente tradizionale, in cui confluiscono echi della scapigliatura, dell’impressionismo, delle avanguardie tedesche d’inizio secolo. Nel 1905 Grizi si reca a Monaco dove da qualche anno la vita culturale esplode di vitalità, a studiare pittura in un ambiente accademico un po’ attardato, ma si guarda intorno e ne ricava insegnamenti preziosi; al ritorno continua a seguirne le novità come dimostra una serie ambientata alle Capannelle dove le figure dei cavalli risentono dell’influenza di Marc e Kandinsky. Nelle nature morte, tema più che mai canonico, Grizi sembra lasciarsi andare liberamente al gusto del colore in un modo che non osa negli altri generi: vero è che siamo negli anni Cinquanta, quando ormai padroneggia con disinvoltura gli stimoli che dalla Scuola di Parigi, dal futurismo - in particolare Boccioni -, dall’espressionismo sono confluiti nel corso dei decenni nella sua dimensione appartata e colta di pittore fuori scena. Sempre lontano dall’agone espositivo, Piero Grizi cura la tenuta di famiglia nelle Marche, pur dividendosi equamente tra Roma (dipinge volentieri scorci archeologici e la natura nobilitata di Villa Borghese) e la nativa Jesi, facendo della pittura un’appassionante attività secondaria.

Cézanne a Matisse trionfano rispettivamente nelle accese composizioni di frutta, nei boschi e nella reinterpretazione de La danse. La mostra offre un palinsesto di spunti facilmente identificabili interpretati con grazia, da cui mancano le caricature e le sculture, ancora poco note, pubblicate in catalogo.

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