Grossi, Lodoli e Tedoldi i tre finalisti del «Chiara»

Sono stati annunciati ieri, a Santa Caterina del Sasso, i tre finalisti del Premio Chiara 2006 che il primo di ottobre a Varese si contenderanno la prima piazza sottoponendo le loro opere al giudizio di duecento lettori italiani e ticinesi. Si tratta del giovane fiorentino Pietro Grossi (Pugni, Sellerio) e dei due romani Marco Lodoli (Bolle, Einaudi) e Giordano Tedoldi (Io odio John Updike, Fazi). Ma è il premio alla carriera assegnato al critico e filologo varesino Dante Isella, classe 1922, a catturare l'attenzione di questo primo round del «Chiara». Intanto perché il premio, dedicato al luinese (dunque varesotto) Piero Chiara, riconosce finalmente un'eccellenza della sua terra; poi perché Dante Isella, sobrio di quella sobrietà che fu anche di Sereni e che contraddistinse tutta la cosiddetta «linea lombarda» della poesia italiana, ha meritato con il lavoro, schivando ogni mondana visibilità, il riconoscimento.

Noto agli italianisti e ai critici, Isella è stato allievo di Gianfranco Contini. Fra i suoi studi si segnalano quelli su Eugenio Montale. Meno nota ma di rilievo, anche per vicinanza di vissuto, la frequentazione del grande «minore» Guido Morselli.

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