Si apre un fronte Iran per lEni. La compagnia petrolifera statale Nioc non intende versare i due miliardi di dollari di arretrati che la società italiana rivendica per lattività svolta nel Paese tra il 2001 e il 2009. Le preoccupazioni già espresse dallamministratore delegato Paolo Scaroni su questo dossier si sono, dunque, rivelate più che fondate.
La doccia fredda per il Cane a sei zampe è arrivata oggi, con le dichiarazioni del direttore per gli affari internazionali dellazienda iraniana, Mohsen Qamsari, secondo il quale lEni «non ha alcuna rivendicazione finanziaria specifica nei confronti della Nioc». Il pagamento degli arretrati, quindi, non è nei programmi di Teheran. Ma per lEni non si tratta certamente di una sorpresa. Scaroni, in occasione del World Petroleum Congress che si è svolto poche settimane fa a Doha, si era infatti detto più preoccupato per questa partita che per leventuale stop al greggio iraniano in caso di sanzioni più dure da parte dellUnione europea sullexport di greggio.
Sanzioni che dovrebbero scattare il prossimo 30 gennaio e che lIran, con questa mossa, spera forse di mettere in discussione, visto che tra i Paesi membri dellUe non è ancora stato trovato un accordo in merito. Basti pensare che in una recente intervista a Le Figaro, il premier Mario Monti si era detto favorevole, come estrema ratio, anche allembargo petrolifero, purché, aveva detto, «sia graduale e siano escluse» le consegne a rimborso «dei debiti che lIran ha contratto con lEni».
Il pagamento in natura che la Nioc rifiuta di riconoscere al cane a sei zampe, che ha da tempo annunciato lintento di non avviare nuovi progetti nel Paese, si riferisce allattività petrolifera condotta tra il 2001 e il 2009 e farebbe riferimento a quattro progetti di impianti petroliferi: due con la multinazionale francese Total, nei giacimenti di Durud e Balal, e due in quelli di South Pars e Darquain. Il pagamento sarebbe dovuto avvenire in valuta, ma poi ne è stata concordata la conversione in forniture di greggio.
Al momento lattività dellEni è concentrata nelloffshore del Golfo Persico e nellonshore prospiciente per un totale di 4 titoli minerari e una superficie complessiva di 1.456 chilometri quadrati (820 in quota Eni). Le attività di esplorazione e produzione nel Paese sono regolate da contratti di buy-back. Nel 2009, la produzione di petrolio e condensati in quota Eni in Iran è stata di 35 mila barili di olio al giorno.
La produzione è fornita principalmente dai due giacimenti South Pars 4&5 (Eni operatore, 60%) nelloffshore del Golfo Persico, e Darquain (Eni operatore, 60%) nellonshore.
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