Guarda chi c’è nella lista del principino Emanuele

Caro Granzotto, ci risiamo. Emanuele Filiberto, che dei Savoia non ha l’aspetto fisico né il comportamento morale, ha trovato un nuovo modo per riciclare personaggi inquietanti. Ancora non si era spenta l’eco dello svarione causato dalla nomina del plurindagato e arrestato Turrisi a vice presidente del movimento «Valori e futuro», che dal recente scandalo dei conti nel paradiso fiscale del Liechtenstein salta fuori il nome di un altro stretto collaboratore di Filiberto. Il responsabile del coordinamento estero di «Valori e Futuro» (ma di che tipo di coordinamento si tratta, dato il personaggio?) e capo della campagna elettorale di Emanuele Filiberto, nella lista per le elezioni degli italiani all’estero (in Italia la popolarità del nostro è in caduta libera, ma all’estero potrebbero non saperlo), risulta un tal Enrico Giuliano, autodefinitosi nobile e considerato dalla stampa truffatore. Alla luce di quanto detto, verrebbe da chiedersi se il candidato Emanuele Filiberto di Savoia sia uno sciocco o peggio. Lei che ne pensa?


Certo è che il principino una ne fa e cento ne pensa. Di sbagliate. Ma chi frequenta? Possibile che il suo parterre pulluli di mariuoli? Come si fa a mettere ai vertici di un movimento politico che si chiama «Valori e futuro» (e che ricorda da vicino l’«Italia dei Valori» di quel matamoros di Di Pietro) prima Mariano Turrisi finito in galera per mafiosaggine e poi Enrico Giuliano, nel collimatore della Giustizia per un fandango industriale finanziato con soldi pubblici e poi finito in niente? Niente: un momento, finito con un ammanco di cassa di cinque milioni e passa di euro che poi è la somma che risulta inguattata da Giuliano in Liechtenstein. D’accordo, non avendole il padre, che Umberto depennò dalla linea di successione al trono, ovviamente nemmeno Emanuele Filiberto può nutrire ambizioni dinastiche ancorché virtuali. Però, in definitiva, fa parte del giro e dovrebbe capire da sé che non è decoroso spendere il cognome che porta, un cognome onusto di storia e di storie, per spuntare qualche marchetta pubblicitaria o per comparire sui settimanali illustrati alla voce Vip. Né circondarsi di personaggi che finendo sui giornali per motivi meno frivoli gettano un’ombra sulla capacità di giudizio del principino. E infatti, così come stanno le cose, con simili elementi posti alla guida del partito, viene da pensare che i valori ai quali fa riferimento siano rappresentati dai soldi facili, arraffati alla garibaldina. Alla «zompa chi può», come dicono a Roma.
Anche il suo proposito di candidarsi al Parlamento sembra appartenere alla categoria morale dello «zompa chi può». Si sarà detto, il principino: proviamo, hai visto mai, c’è da farsi una bella posizione e, quel che non guasta, profumatamente retribuita. Che poi è come dirsi: vediamo se gl’italiani, magari quelli all’estero, sono tanto fessi da votarmi solo perché mi chiamo Emanuele Filiberto di Savoia. È evidente, caro Frigerio, che ciascuno è libero di farsi i propri conti in tasca, però nello svendere in maniera così grossolana l’unico capitale che possiede, il cognome, non mi pare che il principino faccia un buon affare.

A meno che non consideri tali, eventualità che voglio escludere, quelli raffazzonati dai suoi consiglieri. Perché in tal caso il rischio è che la parola passi alla Magistratura, tutto un altro paio di maniche, insomma.

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