C'è un solo modo per assicurare un degno futuro ai nostri figli e nipoti: garantirgli tanta energia poco cara di nostra proprietà e non inquinante. Sono le caratteristiche di una sola fonte fra le tante, quella nucleare. Solare, idrica, eolica sono utilissime, ma incapaci da sole di sostenere la crescita di un grande Paese avanzato che deve potersi permettere consumi in aumento. Al petrolio e al gas dobbiamo molto tuttora, ma costano, ci rendono dipendenti e, soprattutto il primo, inquina e va finendo.
Noi nuclearisti convinti da sempre siamo abituati a difendere queste ragioni dagli attacchi di avversari che finora, solo in Italia, purtroppo hanno vinto. Di volta in volta in nome della decrescita, dell'antindustrialismo, dell'anticapitalismo, dell'antiamericanismo, dell'antitutto. E di quella variante tutta nostrana dell'ambientalismo che si chiama immobilismo.
Ora è annunciata una svolta nel nome della ragione, della scienza, del progresso. E contro la paura, l'ignoranza e la rassegnazione al declino.
L'Italia torna finalmente all'atomo, la cui prima scissione si deve al nostro Fermi e il cui utilizzo civile in molta parte è stato reso possibile dai fisici e dagli ingegneri italiani del secondo dopoguerra. Attese e legittime le reazioni e le proteste delle solite parti. Stupefacente e improvvida invece quella di Isabella Bossi Fedrigotti sul Corriere della Sera. Che addirittura parla di «film dell'orrore che non si ha nemmeno voglia di immaginare». Addirittura! Abituati a sentirla consigliare mamme e figlie e amanti su questioni domestiche e di cuore non ci capacitiamo di tanto blasonato e improvvisato allarme. Che suona comunque per noi come un chiaro avvertimento: dovremo guardarci anche dalle nobildonne oltre che dalla sinistra radicale, per difendere quel che resta del futuro del Paese.
D'altra parte già in passato un altro famoso bel doppio nome, quello di Giulia Maria Crespi, si è scagliato contro gli Ogm, convinta evidentemente, come Maria Antonietta, che ai morti di fame si possano dare brioches biologiche invece di frumento biotech. E allora c'è forse da stupirsi se adesso un'altra gran signora dei salotti, la Bossi Fedrigotti, si mobilita contro le centrali nucleari a favore dei mulini a vento?
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