Lex generale batte limprenditore: dopo anni il potere in Guatemala passa a un uomo proveniente dallesercito. «Dedicherò il 60, 65 per cento del mio tempo al tema della sicurezza, una base importante perchè si possa iniziare a costruire tutto ciò di cui il paese ha bisogno». Così lex generale Otto Pèrez Molina sintetizza lagenda del mandato da neopresidente del Guatemala. Molina, che ha sconfitto al voto di domenica limprenditore Manuel Baldizon in una contesa tutta interna al centrodestra, prende le redini di un paese in cui la criminalità - in gran parte legata alle rotte del narcotraffico che attraversano longitudinalmente lAmerica - ha ormai raggiunto livelli record. I guatemaltechi hanno eletto Molina con il 53,76 per cento dei voti, assegnando a Baldizon «solo» il 46,24. Lascesa di un uomo venuto dalle Forze Armate alla guida del paese centroamericano ha riacceso sui media locali il dibattito sul recente passato del paese, tornato alla democrazia nel 1986, dopo anni di una dura reggenza militare. Occorre al tempo stesso considerare che il rivale di Molina, il 41enne imprenditore capace di una parziale rimonta negli ultimi giorni, si è fatto strada rilanciando la pena di morte come strumento di lotta alla criminalità. Molina - che ha scelto per il ruolo di vicepresidente una donna, Ingrid Roxana Baldetti Elias -, prenderà ufficialmente il posto di Alvaro Colom il prossimo 14 gennaio.
In Nicaragua, invece, è stato rieletto (per la terza volta) alla presidenza Daniel Ortega. Ieri, il suo partito sandinista ha dichiarato la vittoria elettorale alle presidenziali quando ancora i risultati definitivi non erano stati comunicati. Migliaia dei suoi sostenitori sono scesi in strada per festeggiare ma al clima di festa non si sono uniti gli osservatori. Tutti gli osservatori hanno infatti parlato di «difficoltà» che hanno intralciato il loro lavoro di controllo ai seggi.
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