da Roma
Non certo per sparare sul Corrierone, né tanto meno per accusare il professor Mannheimer (che ne cura i sondaggi) dessersi prestato alla strumentalizzazione, ci mancherebbe. No, solo per mettere le mani avanti, civilmente e con pacatezza, onde evitare che sapra «una guerra dei sondaggi». Anzi, sicuramente si è trattato «di un errore», non vi è dubbio, compiuto «in buona fede». Però, far risalire il governo di Romano Prodi di ben sei punti nella fiducia popolare, proprio ora che la finanziaria giunge al suo traguardo di lacrime e sangue, non sta né in cielo né in terra.
Trattasi di una balla insostenibile, anche se nessuno degli schierati al tavolo della conferenza stampa - ieri pomeriggio a Montecitorio - usa questo termine. Però la sostanza è quella, e per confutare quanto ha scritto ieri il Corriere della Sera sulla base di un rilevamento Ispo, sè mobilitato lo stato maggiore di Forza Italia: Giulio Tremonti, Fabrizio Cicchitto, Paolo Bonaiuti, Elio Vito, Enrico La Loggia. A fornire le cifre che rintuzzano quelle del Corriere è il portavoce di Silvio Berlusconi, il quale sottolinea come il rilevamento che viene presentato sia stato condotto, secondo tutti i crismi del sondaggismo, «dalla società che si appoggia alla Psb americana e che ha azzeccato tutti i sondaggi in campagna elettorale». Sì, quellEuromedia che continuava a dare i due poli in sostanziale parità, mentre gli altri istituti di rilevamento accreditavano il centrosinistra oltre le stelle.
Ed ecco le cifre calde scodellate da Bonaiuti: la Cdl è al 51,5% e con lUdc al 55,4%, mentre lUnione è al 37,8% e con Rifondazione al 44,2%. La verità che soppone a quel presunto recupero di un 6% è che «in questultima settimana la Cdl ha perso lo 0,2% e lUnione ha guadagnato lo 0,1%». Dunque, «tutto questo sfacelo» ai danni delle ragioni dopposizione, non cè. Anzi, prosegue Bonaiuti, «tutti i dati di tendenza lasciano intendere che il gradimento nei confronti del governo tenderà a peggiorare, perché a gennaio in molte regioni aumenterà lIrpef e in tante città lIci». La verità di Euromedia cozza contro quella dellIsco, perché se quelle percentuali - e la tabella che pubblichiamo coi dati scorporati - indicano le intenzioni di voto, sono insomma il risultato virtuale se oggi si riaprissero i seggi elettorali, il favore popolare di cui gode il governo Prodi è invece calato ancora in questultima settimana: era al 27, un minimo pauroso, è precipitata al 26,5. La fiducia nei leaders dei due schieramenti? Il sondaggio dà Berlusconi al 56% contro Prodi al 31,7%.
Quello che il portavoce, e anche gli altri, non evidenziano ma è rivelato ugualmente dai numeri, è che oggi il centrodestra è in vantaggio di 11 punti percentuali sul centrosinistra. E che il centrodestra è maggioranza anche senza lUdc. Pur se il partito di Pier Ferdinando Casini passasse al centrosinistra conservando tutti i voti che il sondaggio gli accredita oggi, Berlusconi vincerebbe le elezioni.
E torniamo alla guerra dei sondaggi, che nonostante le buone intenzioni forziste, è ormai di fatto aperta. Bonaiuti sottolinea che questa reazione è dovuta solo al timore che le cifre del Corriere possano segnare «linizio di una campagna di controinformazione», come quelle che la Cdl ha già dovuto subire in passato. Poi ribadisce: «Pensiamo a un errore, sicuramente compiuto in buona fede». Tremonti invece, premessa la sua fiducia nei sondaggi - «sono come la democrazia, forse discutibili ma non conosco sistemi migliori» - punta dritto su quel 6% di presunta ripresa prodiana, interrogandosi su quale fatto avrebbe favorito una tal rimonta: «Dicono le comparizioni televisive di Prodi e del ministro dellEconomia. Ma per quanto memorabili, incisivi e icastici possano esser stati i loro interventi, nemmeno Kennedy in tv poteva recuperare così tanto».
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