Guerra del mattone: Faglia si batte da solo

L’Unione diserta le sedute sul piano del territorio

Marco Pirola

Un’anguilla che si dibatte in un catino d’acqua dove ce n’è sempre meno e spera che arrivi il temporale per sopravvivere ancora un po’. La fotografia della giunta di sinistra impegnata sulla battaglia del mattone a Monza sta tutta qui. Negli abbandoni di consiglieri. Gli ultimi in ordine di tempo Nicola Scalise passato all’Udc e Giorgio Brambilla del Gruppo misto che se n’è andato l’altra sera sbattendo la porta. Nei consigli saltati perché la maggioranza non riesce a portare i suoi in aula, sul Piano di Governo del territorio che piace sempre meno, ma che il sindaco si ostina a voler approvare a tutti i costi, riunendo l’aula anche ad agosto. Ieri l’ennesima «farsa». Consiglio alle 10 del mattino in prima convocazione e la maggioranza non si presenta facendo saltare tutto. Dimenticanza? Stanchezza? No, mero calcolo politico perché in seconda convocazione, sabato, basteranno 14 consiglieri per iniziare e andare avanti col Pgt. Il sindaco ha in aula una maggioranza risicatissima di un solo consigliere per poter far partire le assemblee. Ed ecco l’escamotage della seconda convocazione per mascherare la debolezza.
Ieri la Cdl si è scatenata. Fi, An e Lega con la Nuova Dc e gli ex della Lista civica di maggioranza si sono presentati all’appello urlando poi il loro scontento tanto da richiedere l’intervento della forza pubblica. Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega, da un megafono ha arringato la folla presente. Rosella Panzeri della Dc ha spedito un telegramma al prefetto per segnalare l’anomalia monzese. Osvaldo Mangone, capogruppo di Fi col collega Dario Allevi di An erano tra i più scatenati e ai pochi esponenti della maggioranza non è rimasto altro che incassare l’ennesimo «schiaffo» politico e andare a una riunione di partito. Nel frattempo il sindaco riuniva il suo staff per stabilire la linea da tenere. La maggioranza ritiene la nuova legge regionale incostituzionale ed è decisa a far valere le proprie ragioni. Nel frattempo niente Piani di Lottizzazione varati dalla giunta come prevede la legge e licenze edilizie con il contagocce.

«In questa giunta di architetti - commenta Allevi - chissà quanti e quali interessi si celano dietro il Pgt. Stiamo analizzando ogni carta per vedere se nel rapporto metri quadrati e metri cubi qualcuno è stato favorito».

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