Guerra tra nomadi, roulotte in fiamme

Ancora campi nomadi in ebollizione. Dopo la morte di un bambino di 13 anni in via Novara, l’omicidio di una giovane donna nei pressi del cavalcavia Balcula, l’altro giorno è scoppiata una piccola guerra tra gli occupanti di via Monte Bisbino e via Martirano. Bilancio: un giovane sfregiato da cocci di bottiglia e un paio di roulotte mandate arrosto dopo un nutrito lancio di bottiglie incendiarie.
Monte Bisbino, estrema periferia nord ovest, ospita circa 200 rom italiani, prevalentemente provenienti dall’ex Jugoslavia. Viene definito «campo non autorizzato, ma consolidato», nel senso che è sorto circa vent’anni fa come insediamento abusivo, poi l’area è stata acquistata dai nomadi che vi hanno costruito abitazioni e villette, ovviamente in spregio a ogni regola urbanistica. Reati condonati puntualmente dall’autorità giudiziaria che ha richiamato il principio dello stato di necessità.
L’altro pomeriggio verso le 16 arriva «in visita» un bosniaco di 43 anni a bordo della sua Fiat Marea. Ma non riesce a entrare perché trova un furgone messo di traverso sul portone. Chiede di spostarlo, forse non nel più urbano dei modi, e ne nasce un diverbio con il proprietario. Il clamore attira altri residenti che si precipitano a dar man forte al «coinquilino». Il bosniaco, vista la superiorità numerica degli avversari, decide per una ritirata strategica, sale sulla sua auto e cerca di scappare. Ma viene inseguito, speronato, costretto a fermarsi e quindi picchiato e sfregiato al volto con un coccio di bottiglia. Un’oretta dopo si presenta al Sacco dove viene medicato e dimesso con un paio di settimane di prognosi.
Anche lui è un nomade, vive in via Martirano 71, campo istituito con una delibera di Giunta nel 1984, su un’area di proprietà demaniale dopo il quartiere degli Olmi, dove vivono circa 120 persone, quasi tutte in costruzioni abusive. E forse da qui è logico pensare parta dunque la spedizione punitiva da parte di un gruppo di piromani che verso mezzanotte si avvicina ai confini del campo «avversario» e lancia tre bottiglie incendiarie contro un paio di roulotte. Le fiamme divampano immediatamente, ma gli occupanti fanno in tempo a uscire senza danni, anche se non riusciranno a salvare le «case» completamente divorate dal fuoco nel giro di pochi minuti.
I due campi sono bene noti alle forze dell’ordine che spesso e volentieri passano per controlli che sortiscono sempre effetti sorprendenti, oltre alle solite denunce per edificazioni abusive. In via Martirano nel 2008 per esempio le forze dell’ordine hanno trovato due biciclette da corsa di elevato valore e persino una ruspa di provenienza furtiva. E sempre qui all’inizio del mese è stata scovata una nomade che si fingeva poliziotta per depredare anziani ingenui e soli. Mentre un paio d’anni fa in via Monte Bisbino, una retata dei carabinieri si portò via un bel numero di ladroni. Dunque entrambi ricettacolo di persone piuttosto turbolente da cui non è azzardato aspettarsi altre ritorsioni e vendette.
Una situazione che rende ancora più incandescente l’atmosfera intorno ai campi sosta, già teatro nei giorni scorsi di drammi della miseria e della disperazione. Nella notte tra venerdì e sabato una scintilla scaturita dalla stufetta a legna ha incendiato un paio di baracche dove vivevano genitori e sei figli. Tutti si sono precipitati all’esterno ma il crollo del tetto ha travolto un ragazzino di 13 anni, morto poi tra il fumo e le fiamme.

Domenica pomeriggio invece lungo il cavalcavia Bacula si è invece consumato il dramma di Monica Constantin, 27 anni, da anni vessata dal marito ubriacone e violento. Fatale l’ultima aggressione: la donna è precipitata dalla scarpata ed è morta dopo 12 ore di agonia.

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