TrevisoIl sindaco di un comune trevigiano non è daccordo con il consigliere di minoranza e non emana lordinanza che vieta luso di burqa e niqab, abiti tradizionali islamici, nei locali pubblici, così il consigliere, che è anche gestore di unosteria, ricorre al fai-da-te, e armato di pennarelli, colla e cartoncino espone nel suo locale un eloquente cartello: «Niente casco, niente viso travisato, burqa e niqab - nel rispetto delle leggi a tutela e sicurezza dei clienti per tutta la permanenza nel locale», si legge. La notizia è stata pubblicata dal sito internet del quotidiano Il Gazzettino e ha per protagonista il consigliere di minoranza Tiberio Furlan: dopo la bocciatura della mozione discussa lunedì sera in consiglio comunale a Vazzola, in provincia di Treviso, da giovedì sera ha affisso il suo «divieto» nella sua osteria «Alla botteghetta» di via IV Novembre a Tezze.
«La mozione è stata respinta, così per il momento mi arrangio come posso e tutelo i miei clienti», spiega Furlan al quotidiano locale. In realtà ancora nessuna cliente si è mai presentata coperta dal burqa, ammette lo stesso gestore, ma - dice - «credo sia meglio prevenire», assicurando di aver ricevuto finora solidarietà e consensi per lavviso. Lunedì era stata discussa la mozione presentata da Furlan che chiedeva di «deliberare unordinanza che vieti luso dei suddetti burqa e niqab allinterno dei locali pubblici, quali bar, panifici, supermercati, gelaterie in modo che la persona sia riconoscibile per lintera permanenza allinterno del locale e per una miglior tutela e sicurezza dei nostri cittadini». Mozione respinta dalla maggioranza consiliare, guidata da una coalizione Pdl, Udc, Lega Nord: «Non siamo contro la sicurezza», aveva detto il sindaco Maurizio Bonotto, spiegando che in attesa di un riferimento legislativo certo, come la proposta di legge in discussione in Parlamento, unordinanza simile «avrebbe portato contrasti e confusione».
Così Furlan ha fatto da solo, provocando ovviamente reazioni contrastanti. Positive tra molti abitanti e negative tra la comunità islamica. «Siamo sinceramente stanchi di questa gente che vuole solo fare campagna elettorale sulle spalle delle donne musulmane», ha detto Souheir Katkhouda, presidente dellAssociazione Donne Musulmane in Italia.
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