Politica

È guerra della Santuzza tra la Regione Siciliana e il Comune di Palermo

La giunta guidata dal catanese Raffaele Lombardo taglia i fondi per le celebrazioni di Santa Rosalia, patrona di Palermo. E lo scontro politico tra Mpa e Pdl diventa anche religioso

Sarà che il governatore Raffaele Lombardo è catanese, e quindi per definizione devoto a Sant'Agata. Sarà che tra l'Mpa, il partito di Lombardo, e il Pdl, il partito del sindaco di Palermo Diego Cammarata, ormai non corre più buon sangue, dopo che il presidente ha ribaltato la maggioranza costringendo all'opposizione proprio quel centrodestra che lo aveva incoronato. O sarà pure che di fondi ce ne sono pochi, ovunque, e se si trova un cavillo per risparmiare ben venga. Fatto sta però che dopo tanti scontri «laici» - vedi quelli sulla gestione dell'emergenza rifiuti nel capoluogo siciliano - tra Regione Siciliana e Comune di Palermo adesso è pure guerra di religione. Palazzo d'Orleans, la nobile sede del governo regionale, ha infatti tagliato del tutto i fondi per la festa più amata dai palermitani, il festino di Santa Rosalia. E Palermo, o meglio il suo sindaco, lo sgarbo alla Santuzza l'ha preso male, proprio male. Anche perché, senza i fondi regionali, il rischio è che si sia obbligati per il secondo anno consecutivo a una festa in regime di austerity. Cosa che i palermitani, devoti alla loro santa patrona quanto i napoletani a San Gennaro, prenderebbero decisamente malissimo.
Eppure è proprio l'austerity del 2010 il motivo per cui, per il secondo anno consecutivo, Santa Rosalia rischia di rimanere senza il suo tradizionale «festino», la festa che si svolge la notte tra il 14 e il 15 luglio e che ricorda, in un tripudio di spettacoli che negli anni scorsi sono stati anche di altissimo richiamo, la liberazione della città dalla peste. Come ricostruisce nel dettaglio l'edizione palermitana di Repubblica.it, alla base della decisione della Regione di non destinare neanche un euro alla festa laica che pure ogni anno convoglia a Palermo migliaia di turisti sono proprio i costi molto bassi dell'anno scorso. Insomma, è il ragionamento basato anche sulle norme regionali, se l'anno scorso si sono spesi 500mila euro perché adesso se ne mettono in preventivo il doppio, un milione? Vuol dire che i conti sono sbagliati. Ma il sindaco Diego Cammarata insorge: «Cancellare il Festino è un gesto gravissimo un atto di ostilità nei confronti della città. Se abbiamo deciso di destinare una cifra inferiore in corso d'opera, è stato un gesto di buona amministrazione.

Evidentemente non potevamo spendere di più».

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