Hamas: "Ostaggio ucciso a Gaza". Allarme ad Haifa: arrestati sette israeliani che spiavano basi dell'Idf

Annuncio delle brigate Al-Qassam: "Morte in circostanze misteriose". In Israele una rete di spie ha condotto estese missioni di ricognizione concentrandosi sulle installazioni di sicurezza

Hamas: "Ostaggio ucciso a Gaza". Allarme ad Haifa: arrestati sette israeliani che spiavano basi dell'Idf
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Lo scenario tra Israele e Iran, al di là dei teatri di guerra, sembra sempre più somigliare a una spy story. Se un lungo filo rosso che porta da Tel Aviv a Teheran ha fatto addensare le nubi attorno alla figura Esmail Qaani fino a pochi giorni fa, ora sono alcuni cittadini dello Stato ebraico ad essere accusati di fare controspionaggio per il regime degli ayatollah: lo Shin Bet, l'unità 433 Lahav della polizia israeliana e l'intelligence militare delle Idf hanno scoperto l'operazione di spionaggio con sede nel nord del Paese.

Chi sono i sette arrestati per spionaggio

Si tratta di sette israeliani che, secondo i pubblici ministeri, avrebbero svolto centinaia di incarichi per conto del nemico. Si tratta di cittadini ebrei di origine azera di Haifa e dei sobborghi della baia omonima, alcuni dei quali interessati da legai di parentela: fra loro anche un soldato disertore e due giovanissimi, ancora minorenni. Secondo quanto riporta il Time of Israel, i sospettati adulti sarebbero Azis Nisanov, Alexander Sadykov, Vyacheslav Gushchin, Yevgeny Yoffe e Yigal Nissan. Gli inquirenti sostengono che i sette abbiano completato circa 600 missioni per l'Iran, tra cui la raccolta di informazioni su siti militari e infrastrutturali sensibili e l'identificazione di potenziali obiettivi per omicidi mirati. Secondo le prime indiscrezioni i cinque adulti tra loro non hanno prestato servizio nell'Idf e non erano impiegati presso le strutture di sicurezza che hanno documentato come parte delle loro attività di spionaggio. Sono residenti nell'area settentrionale di Krayot e Haifa, e hanno ricevuto la cittadinanza in base alla Legge del Ritorno e attraverso altri metodi che sono ancora oggetto di indagine.

Più di 600 missioni di spionaggio: basi e infrastrutture nel mirino

Fra le accuse specifiche, quella di aver fotografato e raccolto informazioni sulle basi e sulle strutture delle Idf, tra cui il quartier generale della Difesa di Kirya a Tel Aviv e le basi aeree di Nevatim e Ramat David (entrambe bersagliate dall'Iran e da Hezbollah), oltre ai siti dove sono allocate le batterie Iron Dome. I sospettati sono inoltre accusati di aver ricevuto dai loro responsabili mappe di luoghi strategici, tra cui la base delle Brigata Golani colpita da un drone all'inizio di questo mese, nell'attacco che ha provocato la morte di quattro militari. Negli ultimi due anni, le spie avrebbero agito sotto la guida di agenti iraniani noti come "Alkhan" e "Orkhan".

I procuratori hanno citato i rapporti di polizia e Shin Bet, secondo cui i sospettati avrebbero ricevuto centinaia di migliaia di dollari, anche in criptovalute. Gli inquirenti ritengono, inoltre, che le informazioni raccolte dalla rete possano aver contribuito direttamente agli attacchi missilistici. Alcuni degli indagati avrebbero svolto attività di spionaggio per l'Iran per un periodo di due anni, fin dall'inizio della guerra a Gaza. Per questa ragione i procuratori presenteranno un atto di accusa contro i sette sospettati per reati contro la sicurezza - incluso l'assistenza al nemico in tempo di guerra - e chiederanno che vengano tenuti in custodia fino alla conclusione del procedimento giudiziario. Si prevede che le accuse contro i membri della cellula di spionaggio saranno presentate entro venerdì.

Un incidente di grave portata

"La gravità e la portata dell'incidente sono tra le più gravi note a Israele", ha affermato la polizia israeliana. "Questa indagine mette in luce gli sforzi in corso da parte dell'intelligence iraniana per reclutare e sfruttare cittadini israeliani a fini di spionaggio e terrorismo all'interno di Israele", hanno aggiunto le autorità. Secondo i funzionari della polizia israeliana la rete di spie ha condotto estese missioni di ricognizione sulle basi delle Idf in tutto il Paese, concentrandosi sulle installazioni dell'aeronautica e della marina, sui porti, sulle posizioni del sistema Iron Dome e sulle infrastrutture energetiche come la centrale elettrica di Hadera.

Resta alta la tensione anche all'interno della striscia: fonti della brigate Al-Qassam hanno riferito ad Al Jazeera che un ostaggio israeliano nel nord della Striscia di Gaza è stato recentemente ucciso "in circostanze misteriose" in una delle zone di

combattimento. Le brigate Al-Qassam hanno aggiunto che sono in corso "indagini" per accertare le cause dell'accaduto spiegando di non voler pubblicare il nome "per ragioni di sicurezza": si tratterebbe, tuttavia, di donna.

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