Danno fuoco a un elicottero militare: i baby-sabotatori russi in azione contro Putin

Due sedicenni hanno sabotato un elicottero militare in Siberia dopo aver ricevuto un'offerta in denaro su Telegram. L'ombra dei servizi segreti esteri come "mandanti"

Danno fuoco a un elicottero militare: i baby-sabotatori russi in azione contro Putin
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Un elicottero militare è stato incendiato volontariamente da due sedicenni russi in Siberia. Secondo quando riportato da fonti estere non si tratterebbe però di una bravata sfuggita dal controllo di due giovani scapestrati: i baby-sabotatori sono stati reclutati su Telegram. Aleggia dunque il sospetto che un servizio segreto estero abbia voluto in qualche modo "emulare" le tipiche operazioni di sabotaggio associate agli agenti del Cremlino e condotte in molti Stati europei.

A finire nel mirino dei due sedicenni è stato un elicottero da trasporto multiruolo Mil Mi-8, codificato dalla Nato con il nome di "Hip", che era fermo sulla pista di una base aerea russa di Omsk, capoluogo dell'omonima regione nel sudovest della Siberia. A riportare la notizia sono stati per primi i media ucraini che citando fonti locali. I baby-sabotatori hanno "affermato di aver ricevuto tramite Telegram un'offerta di 20mila dollari per portare a termine l'attacco". Un dato che mostra contestualmente come l'applicazione di messaggistica crittografata fondata da Pavel Durov, al centro di un piccolo "intrigo internazionale", sia effettivamente la piattaforma ideale per reclutare agenti sovversivi. Non essendo questo il primo caso.

Secondo quanto si apprende, il sabotaggio sarebbe avvenuto tre giorni fa e i due adolescenti arrestati in seguito all'azione che ha causato danni significativi all'elicottero militare di progettazione sovietica che può trasportare fino a 28 soldati completamente equipaggiati, per capire di che dimensioni stiamo parlando, e ha un prezzo unitario compreso tra i 6 e gli 8 milioni di dollari. Queste informazioni sono state confermate anche dai media russi.

Un "episodio analogo" è stato registrato anche lo scorso 11 settembre presso all'aeroporto di Noyabrsk, nella regione di Tjumen, dove un altro elicottero militare Mi-8 era stato dato completamente alle fiamme da due ragazzi di 13 e 14 anni. In quel caso i due baby-sabotatori ammisero di aver "agito su un preciso ordine" in cambio di una ricompensa di 41mila sterline, confessando inoltre che quello "non era il loro primo atto del genere" che avevano portato a termine su ordine di un misterioso mandante. Pochi giorni prima i due avevano "appiccato il fuoco a una torre di telecomunicazioni" per un corrispettivo di 250 sterline. Una sorta di prova di efficienza e affidabilità su un obiettivo meno rilevante, si direbbe dall'esterno.

Sulla base di queste informazioni, entrambi i casi potrebbero indicare che i giovani russi vengono seriamente "coinvolti in attività di sabotaggio" da agenzie d'intelligence militari estere - il sospetto ricadrebbe facilmente sul Sbu e Gur ucraini, ma anche su altri servizi segreti o entità non governative sovversive - che intendono destabilizzare il livello di sicurezza interno alla Federazione Russa, compiendo atti di sabotaggio che si avvalgono di esecutori insospettabili che restano coinvolti in maniera indiretta nel conflitto armato che coinvolge il loro Paese. E che forse coinvolge direttamente anche la loro famiglia. Non va dimenticato come la coscrizione obbligatoria e le pesanti perdite subite dalla Russia possano provocare un effetto di repulsione/razione alla guerra e alla leadership del presidente Vladimir Putin.

Che ha il "consenso del popolo" ma deve anche fare i conti con quelli che sono stati definiti "sconosciuti oppositori del regime". Oppositori estremamente giovani, risoluti e corruttibili, a quanto pare.

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