Infiltrati, missili e rete clandestina: così il Mossad ha condotto "l'operazione più grande di sempre"

Quella in Iran è stata la più grande operazione mai condotta dal Mossad. Mese dopo mese emergono e vengono appositamente diffusi nuovi dettagli

Infiltrati, missili e rete clandestina: così il Mossad ha condotto "l'operazione più grande di sempre"
00:00 00:00

Le operazioni di spionaggio che devono preparare il campo avversario prima del lancio di una complessa e decisiva campagna militare, vengono pianificate per anni, in ogni minimo dettaglio, ma quella di addestrare e infiltrare gli agenti che agiranno sotto copertura, come la storia ci insegna, non è solo la parte più delicata, ma quella da cui dipende gran parte del successo della "missione".

Dall'inizio della guerra di giugno, o Guerra dei 12 giorni, secondo quanto riportano le fonti informate sui fatti, mai scevre dall'intenzione di disinformare e diffondere terrore tra le fila nemiche, il Mossad avrebbe schierato quasi 100 agenti stranieri in Iran con il compito di "distruggere la maggior parte dei sistemi lanciamissili e dei sistemi di difesa aerea" schierati dai pasdaran iraniani. Per poi proseguire, secondo alcune teorie, una silenziosa azione di proselitismo per innescare una rivoluzione interna che possa condurre al regime chance tanto bramato da Israele, ma ancora distante, o quanto meno impalpabile, a onor di cronaca.

Tra loro, stando a quanto hanno riportato Channel 13 e The Jerusalem Post, ci sarebbero gli agenti sabotatori "altamente addestrati che hanno posizionato e utilizzato sistemi missilistici pesanti centinaia di chilogrammi, introdotti di nascosto in Iran e utilizzati per colpire i lanciatori di missili balistici e i sistemi missilistici antiaerei dell'Iran", gli ormai noti commando comparsi nei video diffusi dalla propaganda, di cui abbiamo scritto diffusamente. Agenti che "non erano israeliani", e sono addestrati all'uso dei sofisticati sistemi missilistici. Ma anche un numero determinate di donne che, stando a quanto riferito dal direttore del Mossad, David Barnea, ha svolto un ruolo decisivo nella preparazione e nello svolgimento dell'operazione della quale emergono, mese dopo mese, nuovi dettagli, e che è stata ancora una volta descritta come "staordinariamente complessa".

"Sebbene la natura esatta di ciò che queste agenti donne hanno fatto sia ancora segreta", scrive il giornale israeliano, è stato criticamente reso noto che "nel 2024, un'agente donna di alto rango del Mossad, nota solo come "G", con un background iraniano e una competenza specifica in Iran e nel reclutamento di spie straniere in paesi ostili, è stata onorata con l'accensione di una torcia durante la cerimonia del Giorno dell'Indipendenza". Come lei ce ne sarebbero "dozzine". Forse esfiltrate, forse ancora presenti sul territorio iraniano con la loro copertura ancora intatta, come agenti dormienti, o con un ruolo operativo e un obiettivo da raggiungere nel contesto di nuove operazioni.

Secondo il canale d'informazione israeliano Channel 13, quella lanciata a giugno è stata senza alcun dubbio la più grande operazione mai condotta dal Mossad nella sua storia, iniziata formalmente nel 1949, e costellata di operazioni straordinarie per quanto spesso discutibili: dall'infiltrazione della famosa spia e martire Eli Cohen in Siria, alla vendetta

diffusa per i fatti di Monaco che prese il nome di "Operazione Ira di dio". Tralasciando la recente decimazione della catena di comando di Hezbollah in Libano attraverso la compromissione e sabotaggio di beeper e walkie-talkie.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica