Guerra in Israele

Cerchiobottismo occidentale. Stare al fianco di Israele senza perdere i soldi arabi

Fermare la strage di palestinesi è facile, basta che Hamas si arrenda. La domanda è: perché nessuno lo chiede?

Cerchiobottismo occidentale. Stare al fianco di Israele senza perdere i soldi arabi

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Fermare la strage di palestinesi è facile, basta che Hamas si arrenda. La domanda è: perché nessuno lo chiede?

Hamas sta usando il suo stesso popolo come scudo umano e non per combattere una guerriglia che non può vincere e nemmeno deve, se vogliamo essere onesti ma solo per propaganda. Infatti, il piano dei terroristi, annunciato da anni e sempre sventato, era proprio di colpire Israele tanto duramente e vigliaccamente da scatenare la rappresaglia che le avrebbe inimicato buona parte dell'Occidente. Missione riuscita. A margine, viene da chiedersi in che cosa, esattamente, le bombe israeliane siano diverse da quelle anglo-americane sulla Germania. Tutti concordano che lì fu Hitler, rifiutando la resa, a far distruggere il Paese e chi ci capitava sotto.

Ma se l'opinione pubblica è incapace di collocare i fatti nella storia, non così sprovveduti sono i governi. Allora, qual è la ragione che li spinge a favorire la propaganda terrorista? Sempre la stessa, i soldi. Le guerre, tutte le guerre, si combattono per interessi economici, seppure declinati in varie forme, dall'accesso all'acqua e altre materie prime allo sbocco sul mare per la difesa e i traffici commerciali. Lo schema è piuttosto semplice e dura da millenni: chi vuole di più la scatena e chi sta bene tende a evitarla.

Noi siamo quelli a cui conviene fare affari, non combattere, e con noi un bel gruppetto di Paesi arabi, sauditi in testa. Purtroppo, pur senza immaginare complotti planetari, è palese che altri in quella parte di Mondo stiano cercando di affermare un ordine che non preveda il placet americano nel Golfo ed europeo nel Mediterraneo, pensando a Turchia e Libia. Così alcuni Paesi arabi e i loro sponsor, Iran in testa, hanno fatto saltare il banco (letteralmente, quello del mercato) usando i terroristi palestinesi, poveri minus habentes, come carne da cannone. Il 7 ottobre non sono morti solo gli israeliani ma anche l'accordo con i sauditi per guardare avanti e costruirsi un benessere insieme, arabi e israeliani.

In tale confronto l'Occidente è debole, perché la sua opinione pubblica da decenni rifiuta di accettare che un certo benessere sia frutto di rapporti economici costruiti sulle influenze, quelle seguite alla forza per dirla tutta, che se intaccate poi finiscono per pregiudicare la nostra ricchezza.

Aggiungiamo pure che i Paesi in questione sono pieni di soldi a cui non vogliamo rinunciare ed ecco che la soluzione ideale per i governi, la cui visione arriva al più alle prossime elezioni, sarebbe di stare un po' con gli uni e un po' con gli altri.

Il classico cerchiobottismo, agevolato dal fatto che Hamas non ha colpito noi, alla Bin Laden, ma Israele. L'opinione pubblica americana ed europea sarebbe appagata con una «non soluzione» già sperimentata in decenni, che durerebbe fino alla ricostituzione dell'ala terrorista dei palestinesi e al successivo attacco. Ogni volta che i palestinesi hanno deciso di voltare pagina e convivere con gli ebrei, subito una minoranza ha imbracciato le armi, illusa dai santoni nelle moschee, foraggiata da alcuni Stati Arabi e armata dalla frontiera sud, dato che da qualche parte i razzi devono pure essere entrati a Gaza.

Stavolta Israele si mette di traverso, sapendo che l'unica pace duratura verrebbe da una distruzione dei terroristi e dall'isolamento del territorio. Se non lo spieghiamo ai nostri, di fatto facciamo il gioco dei terroristi sulla pelle dei civili palestinesi.

In conclusione, l'Occidente fornisce armi da fuoco a Israele ma alimenta pure la propaganda di Hamas.

È questa che deve cessare per fermare le atrocità sui civili.

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