"Colpito l'orologio della distruzione di Israele": così le Idf hanno cancellato il simbolo d'odio di Teheran

L’Idf ha distrutto l’orologio di Piazza Palestina a Teheran, simbolo del conto alla rovescia verso la fine di Israele voluto da Khamenei. Un colpo al cuore della propaganda iraniana

"Colpito l'orologio della distruzione di Israele": così le Idf hanno cancellato il simbolo d'odio di Teheran
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L’Idf ha messo nel mirino i simboli della propaganda della Repubblica islamica. Nelle scorse ore le forze di Benjamin Netanyahu hanno colpito il cosiddetto “orologio della Distruzione di Israele” che si trova in Piazza Palestina a Teheran. Esposta a partire dal 2017 – venne inaugurata durante il Giorno di Quds – la provocatoria installazione scandisce il tempo che manca fino alla fine dello Stato ebraico, rappresentando uno dei simboli dell’odio del regime teocratico nei confronti del “regime sionista”.

Posizionato in un luogo già intriso di simbolismo politico, l’orologio è stato collocato in Piazza Palestina per diventare l’epicentro delle attività anti-Israele. Un promemoria della missione ideologica, una dichiarazione di pazienza strategica ma anche un monito al pubblico internazionale. Del resto il messaggio del countdown è in tre lingue: in persiano, in arabo e in inglese. Il conto alla rovescia dell’“orologio della Distruzione di Israele” segna il countdown fino al 2040. Una data che non è stata scelta a casaccio ma legata alla profezia del 2015 della Guida Suprema dell'Iran, l'Ayatollah Ali Khamenei, secondo cui Israele cesserà di esistere entro quella data.

La sua distruzione ha un enorme peso politico, perché l’“orologio della Distruzione di Israele” è uno dei punti di riferimento della guerra psicologica della Repubblica islamica. Tel Aviv ha di fatto invertito la narrazione: per anni l’Iran ha utilizzato l’orologio come un conto alla rovescia verso la distruzione di Israele. Cancellando l’installazione, l’Idf ha ribaltato la situazione, dimostrando di possedere sia la volontà che la precisione per eliminare anche le icone più nascoste.

Ma non si tratta dell’unico simbolo colpito nelle ultime ore:

l’Idf ha infatti attaccato anche il quartiere generale del Corpo delle guardie rivoluzione islamiche (Irgc) e il cancello di Evin, la prigione che ospita dissidenti, intellettuali e prigionieri politici ostili al regime.

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