I punti chiave
Far entrare l'Ucraina nell'Unione europea nell'arco dei prossimi due anni: è questa la road map tratteggiata dal premier ucraino Denys Shmyhal per il futuro di Kiev. Un calendario che non sembra tuttavia convincere appieno numerosi leader europei, in primis Emmanuel Macron. Se, infatti, Shmyhal guarda avanti ad un'imminente adesione ucraina all'Ue, da Bruxelles continuano a spiegare che serve molto più tempo per compiere un passo del genere.
La road map dell'Ucraina
"Abbiamo un piano molto ambizioso per entrare nell'Unione Europea entro i prossimi due anni", ha raccontato Shmyhal nel corso di una lunga intervista con il sito Politico, aggiungendo di aspettarsi che quest'anno, nel 2023, possa avviarsi la fase di pre-ingresso dei negoziati.
Certo, il premier ha citato il tema della corruzione nel suo Paese, da sempre oggetto di preoccupazione per l'Unione Europea, ma ha insistito sul fatto che il presidente Volodymyr Zelensky se ne sta occupando con grande serietà. "Abbiamo un approccio di tolleranza zero nei confronti del fenomeno della corruzione", ha dichiarato, sottolineando come nei giorni scorsi i funzionari che avevano sollevato dubbi sul loro comportamento sono stati rimossi con "velocità fulminea".
"Purtroppo la corruzione non è nata ieri, ma siamo certi che la sradicheremo", ha affermato, definendo quella della lotta alla corruzione la chiave per il percorso di adesione del Paese all'Ue.
I dubbi di Bruxelles
Se Kiev è fiduciosa di poter entrare nell'Ue, preferibilmente entro il prossimo biennio, da Bruxelles non tutti sono convinti di una tempistica così ottimista. In molti hanno infatti chiarito che serve molto più tempo per assistere ad un'ipotetica fumata bianca. Shmyhal sembra consapevole della difficoltà - tanto è vero che ha definito il progetto ucraino "molto ambizioso" – ma la sensazione è che non possa bastare la lotta alla corruzione per un ingresso nell'Unione europea.
La realtà è molto lontana dalle aspettative di Kiev. Macron, ad esempio, ha dichiarato l'anno scorso che potrebbero passare "decenni" prima che l'Ucraina possa aderire all'Ue. Anche i leader europei che hanno sostenuto la concessione dello status di candidato all'Ucraina starebbero ammettendo, in privato, che la prospettiva dell'adesione di Kiev è lontana diversi anni. Non due, come immaginato da Shmyhal.
L'enigma dell'Ue
La volontà ucraina intrecciata con il realismo di Bruxelles rappresenta un vero e proprio rebus. L'establishment dell'Ue, fin dallo scoppio della guerra al fianco di Zelensky, dovrà infatti gestire le aspettative dell'Ucraina senza andare al muro contro muro. Anche perché Paesi candidati come Serbia, Turchia e Montenegro aspettano il loro turno da molti anni, dal 1999 nel caso di Ankara.
In altre parole, per l'Ue la situazione dell'Ucraina sta diventando un enigma sempre più complicato da risolvere. Gli stretti alleati di Kiev nell'Ue, come la Polonia e i Paesi Baltici, spingono per il semaforo verde, ma molti governi della vecchia guardia europea restano cauti. "Le aspettative sono piuttosto alte a Kiev, ma sarà necessario soddisfare tutte le condizioni stabilite dalla Commissione. È un processo basato sul merito", ha affermato un alto funzionario dell'Ue citato da Politico.
In tutto questo Shmyhal ha dichiarato di sperare che l'Ucraina possa compiere un "sostanziale balzo in avanti" firmando un accordo su un regime senza visti per i beni industriali, un secondo sulla sospensione dei dazi doganali sulle esportazioni ucraine per un altro anno, nonché realizzando "progressi attivi" nell'adesione al regime di pagamenti SEPA (Single Euro Payments
Area) e nell'inclusione del Paese nell'area di roaming mobile dell'Ue. "Ci aspettiamo progressi e un'accelerazione nel nostro percorso verso la firma di questi accordi", ha avvertito il premier.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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