Guerra in Israele

Ferito lo 007 di Teheran. La dottrina "7 ottobre" e l'avviso del Mossad: vi prenderemo tutti

Colpito a Teheran Mohammed Akiki, alto ufficiale dell'intelligence dei Pasdaran. Il ruolo delle cellule all'estero di Israele

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Ferito lo 007 di Teheran. La dottrina "7 ottobre" e l'avviso del Mossad: vi prenderemo tutti

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Il 10 settembre, un mese prima dello spaventoso attacco di Hamas, il direttore del Mossad, David Barnea, lanciava un messaggio forte e chiaro agli ayatollah iraniani. «Se gli israeliani o gli ebrei venissero colpiti la risposta di Israele arriverebbe fino ai più alti livelli», ha sostenuto alla conferenza annuale dell'Istituto per l'antiterrorismo di Herzliya. E aveva aggiunto che il Mossad, in collaborazione con servizi segreti stranieri, erano riusciti a fermare in tempo 27 attacchi all'estero contro obiettivi ebraici da Baku a Cipro fino in Grecia.

«Fare del male a israeliani ed ebrei in qualsiasi modo, per procura oppure con armi iraniane introdotte clandestinamente in Israele - aveva sottolineato - porterà ad attività contro gli iraniani che hanno inviato i terroristi e anche contro i decisori. L'operazione è stata approvata ai massimi livelli e lo dico sul serio». La «dottrina 7 ottobre», colpire ovunque i responsabili diretti e indiretti dell'attacco stragista di Hamas, era già pronta sulla carta e ha ottenuto subito il via libera. Ieri sarebbe arrivato il primo colpo della nuova fase di una guerra segreta, che dura da decenni e ha lasciato sul terreno almeno una dozzina di iraniani, soprattutto specialisti del programma nucleare degli ayatollah.

A Teheran è stato gravemente ferito in una sparatoria, Mohammed Akiki, alto ufficiale dell'intelligence dei Pasdaran, i Guardiani della Rivoluzione. Il corpo di elite nato dopo l'avvento al potere di Khomeini nel 1979. Akiki era un allievo del generale Qasem Soleimani, lo stratega della Forza al Qods, la costola dei Pasdaran per le operazioni all'estero, eliminato a Baghdad nel 2020 da un drone americano su ordine dell'allora presidente Donald Trump. Akiki, secondo la notizia rilanciata su Telegram dallo scrittore israeliano Amir Tsarfati, sarebbe stato ferito gravemente e ricoverato nel reparto di terapia intensiva di un ospedale di Teheran. Tutto da verificare, ma la nuova guerra si sta allargando, anche se ancora a bassa intensità, agli Hezbollah in Libano, i giannizzeri di Teheran.

E nelle ultime ore è aumentato l'allarme per un possibile coinvolgimento dell'Iran. Il Mossad è pronto all'allargamento regionale e colpisce per primo. L'ex ministro dell'Interno e sottosegretario con la delega ai servizi di Palazzo Chigi, Marco Minniti, ha dichiarato a Rai 3 che «è possibile» si tratti un omicidio mirato della dottrina 7 ottobre, «l'ultimo era avvenuto nel 2022. In quel caso la mano del Mossad era evidente». Fino dallo scorso dicembre era stata segnalata la possibilità che nel 2023 venissero intensificate le operazioni coperte in Iran. L'intelligence israeliana, almeno dal 2021, ha allargato il reclutamento di cellule operative composte anche da stranieri per colpire obiettivi iraniani di alto livello.

Nelle uccisioni precedenti sono stati utilizzati droni speciali pilotati a breve distanza e innovative armi a controllo remoto, che ricordano le scene del film «Lo Sciacallo». Barnea, un falco delle missioni dietro le linee, ha pure incrementato le capacità di attacco cyber, che aveva già colpito con successo i centri per l'arricchimento dell'uranio. E pure i distributori di benzina, le linee ferroviarie ed i tabelloni di pubblicità elettronica dove compariva la guida suprema Alì Khamenei con frasi e immagini che lo accusavano della repressione della rivolta anti velo. Gli iraniani hanno scatenato rappresaglie cyber in Israele, ma il Mossad ha a disposizione pure un'efficace rete di satelliti delle Forze di difesa israeliane.

Lo scorso anno l'ex generale Jacob Nagel, che è stato consigliere per la sicurezza nazionale del premier Benjamin Netanyahu, aveva addirittura messo nero su bianco che «i servizi di intelligence israeliani dovrebbero essere la punta della lancia: usare il loro potere per indebolire gravemente, scoraggiare coercitivamente e, se fortunati, far crollare il regime» iraniano.

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