Guerra

L'addio agli F-16 e il dubbio su F-35 e Rafale: le mosse della Grecia e i timori Nato

L’F16 e le sue versioni aggiornate sono state adottate da diversi paesi, in numero considerevolmente superiore al Dassault Rafale che, oltre a Francia e Grecia, vola con poche altre aeronautiche mondiali.

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L'addio agli F-16 e il dubbio su F-35 e Rafale: le mosse della Grecia e i timori Nato

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Putin ha annunciato che la Russia colpirà gli F-16 su ogni aeroporto. Il riferimento, neanche tanto vago, è all’Ucraina cui sono destinati lotti del caccia leggero prodotto dalla General Dynamics dismessi da diverse aeronautiche NATO, non ultima la Grecia che si prepara a passare agli F-35.

Il Belgio, ad esempio, aveva annunciato l’invio di alcuni velivoli a Kiev entro il 2025. In Grecia, il cambio macchina non sarà certo veloce se consideriamo che i primi due modelli di Lockheed F-35 saranno consegnati alla Polemikí Aeroporía solo nel 2028, andando ad affiancare i caccia di quarta generazione Dassault Rafale ad oggi perno della difesa aerea greca. Già, perché il Dassault Rafale (ala a configurazione canard come i nostri Eurofighter) è per avionica e prestazioni superiore sia all’F16 sia al Phantom F-4, quest’ultimo caccia di terza generazione, icona della guerra del Vietnam, che la Grecia continua a schierare.

Fra ripercussioni a lungo termine della crisi economica che l’ha messa in ginocchio e nuove esigenze operative, Atene si trova costretta a far fronte ad un ridimensionamento della flotta aerea per stare al passo agli standard dell’Alleanza.

Programma non più rinviabile

E dopo l’upgrade degli F-16C e D in Viper V (versione dalle prestazioni più vicine ai caccia di quinta generazione), l’acquisizione degli F-35 non era più rinviabile, anche perché le sole nazioni NATO a disporre ancora del vecchio caccia sono la Spagna, la Slovacchia, la Bulgaria e la Turchia, quest’ultima impossibilitata ad acquisire i “35” causa il controverso acquisto dei sistemi d’arma russi S-400.

Quanto al nostro Paese, l’Italia ha detto addio ai suoi trentaquattro F-16A-15 ADF oltre dieci anni fa. Il leasing che aveva permesso la dotazione dei “16” è infatti durato il tempo massimo necessario a colmare il gap lasciato dal ritiro dell’affidabile ma vetusto F104 e dal progetto dell’Eurofighter Typhoon, non ancora pronto agli inizi del Millennio.

Il nome del potenziale acquirente cui si rivolgerà la Polemikí Aeroporía non è noto, seppure è plausibile che una parte del lotto di vendita possa essere inserito fra gli aiuti militari a Kiev i cui piloti si stanno addestrando in Europa e negli Stati Uniti proprio su questa macchina. Da qui, le preoccupazioni di Putin circa il numero di vettori che potrebbero essere schierati sia in Ucraina sia nelle basi degli alleati confinanti.

Aeromobile non più adatto alla supremazia aerea, d’accordo, ma certamente pericoloso per le truppe a terra. Meno probabile invece che venga equipaggiato con armi nucleari, come paventato dal leader russo.

L'influenza della Turchia non piace alla NATO

La standardizzazione NATO delle dotazioni aeree prevede che i paesi dispongano sia dell’F-35 si di caccia di quarta generazione avanzata. Per gli Usa sono le versioni aggiornate dell’ F-18 Hornet, per Gran Bretagna, Germania e Italia l’Eurofighter Typhoon. Per la Francia e per la Grecia i Dassault Rafale.

Un sistema che permetterebbe di contenere le forze aeree russe, anch’esse dotate di aerei di ultima generazione quali i Su-57 e velivoli di quarta avanzata come i Su-35. E che alleggerirebbe le spese: il costo unitario di un Rafale è di circa 60 milioni di dollari, quello di un F35 B (VTOL: Vertical Take Off Landing) di 130 milioni di dollari.

Facendo due conti, sull’accordo fra Atene e la Lockheed per la futura fornitura vi è anche un’altra questione, meno strategica e più interna all’Alleanza. La Turchia, che come accennavamo si è preclusa l’acquisto degli F-35, sta sviluppando un suo caccia, il TAI TF Kaan, ambizioso progetto nazionale che potrebbe allettare anche il governo ellenico. D’altronde, sia Ankara sia Atene hanno al momento una flotta composta dagli stessi velivoli F-16 e francesi e dunque il timore statunitense è che il Kaan possa finire per rimpiazzare le forniture Lockheed. Un’ipotesi che, oltre a rappresentare un danno economico, sarebbe un grave schiaffo alla centralità statunitense in ambito NATO.

Verrebbe tuttavia da chiedersi se la sostituzione convenga davvero e non parliamo solo in termini finanziari: l’F16 (e sue versioni aggiornate) è stato adottato da molti paesi, contro il Rafale che vola in Francia, Grecia, Turchia, Qatar e poche altre nazioni. Dunque manutenzione, pezzi di ricambio, qualità (statunitense versus francese) lo renderebbero ancora un prodotto affidabile (e più versatile)...

malgrado l’età.

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