Guerra in Israele

Hamas chiama a raccolta il mondo musulmano: "Marciate per la Palestina"

Il movimento islamista ha invocato una generale mobilitazione per il prossimo venerdì, il primo dopo l'attacco contro Israele

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Il prossimo venerdì potrebbe essere quello di maggior tensione per il Medio Oriente. Si tratta del primo venerdì di preghiera dopo l'operazione terroristica di Hamas, il primo dopo la dichiarazione di stato di guerra da parte di Israele. E il movimento islamista vuole rendere il venerdì come la giornata della mobilitazione e della "marcia" sulla Palestina. Lo si legge nei proclami lanciati sui social, dove si invitano i musulmani di tutto il mondo a dare manforte al gruppo e a unirsi contro Israele.

I proclami di Hamas

I dirigenti del movimento probabilmente hanno visto le immagini dei tanti (e spesso vergognosi) festeggiamenti in giro per il mondo dopo le incursioni in territorio israeliano. Dal Medio Oriente all'Europa, passando per gli Stati Uniti, in diverse piazze rappresentanti della diaspora palestinese, così come anche di alcuni movimenti locali, hanno sventolato bandiere e vessilli della Palestina in segno di vittoria. Quasi un'attestazione di "solidarietà" ad Hamas, anche da parte di chi è lontano dal movimento.

Il gruppo islamista spera adesso di poter capitalizzare un certo sostegno internazionale riscontrato all'interno di parte del mondo arabo. Da qui i proclami rivolti a una più vasta platea possibile. "Invitiamo - si legge in un messaggio diffuso sui canali social di Hamas - i popoli arabi e musulmani e i palestinesi da ogni luogo, in particolare nei campi profughi all'estero, a marciare verso i confini della Palestina occupata in solidarietà con la Palestina, Gerusalemme e la Moschea di Al-Aqsa".

L'appuntamento è per venerdì, il giorno di preghiera. L'obiettivo è chiaro: mostrare al mondo intero la compattezza dei sostenitori della causa palestinese nel primo venerdì dopo l'attacco frontale a Israele. "Dobbiamo partecipare al venerdì di mobilitazione e protesta dopo i risultati storici ottenuti dalla resistenza palestinese contro l'occupazione israeliana con l'operazione Diluvio di al-Aqsa - si legge nei vari proclami diffusi in rete - Dobbiamo sostenere la resistenza, sventare i piani israeliani e difendere la moschera di al Aqsa".

Il significato del primo venerdì dopo l'attacco

Occorre dire che non tutto il mondo arabo ha sposato la linea di Hamas, ma senza dubbio le manifestazioni anti israeliane sparse in giro per il mondo hanno fatto clamore. E servono al movimento islamista stanziato a Gaza a rilanciare la propria propaganda. Il venerdì in tal senso è il giorno perfetto per i miliziani per chiamare a raccolta i sostenitori.

Oltre a essere il giorno di preghiera, è anche il giorno usato spesso nel mondo arabo e musulmano per rilanciare le mobilitazioni. Lo si è visto negli stessi territori palestinesi in anni passati, durante le fasi più critiche dell'intifada. Così come ad esempio durante le primavere arabe, quando i promotori delle varie manifestazioni nei Paesi mediorientali chiamavano a raccolta i cittadini subito dopo le preghiere del venerdì.

Per questo l'attenzione in Israele, in vista di giorno 13, è molto alta. Il timore riguarda la possibilità di manifestazioni in Cisgiordania, a Gerusalemme Est e all'interno dello stesso territorio israeliano. La chiamata a raccolta di Hamas potrebbe incentivare terroristi o singoli combattenti a entrare in azione contro obiettivi sensibili.

L'attenzione sarà molto alta anche in Europa, dove si temono attacchi contro obiettivi delle comunità ebraiche e contro cittadini israeliani.

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