I coloni israeliani attaccano i soldati Idf. Netanyahu: "Intollerabile"

Presa di mira una base militare. Il leader di opposizione Gantz: "Ma dal governo vento pro-violenza"

I coloni israeliani attaccano i soldati Idf. Netanyahu: "Intollerabile"
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Soldati presi di mira, veicoli militari vandalizzati, fuochi appiccati e graffiti per lasciare il segno. Dopo essere stata condannata e sanzionata dagli Stati Uniti all’Unione europea, la violenza dei coloni israeliani entra di prepotenza anche nel dibattito pubblico israeliano. Tutta colpa delle tensioni degli ultimi giorni e della furia dei cosiddetti «settlers» - i coloni appunto quei cittadini israeliani che vivono su terreni privati palestinesi in Cisgiordania e a Gerusalemme Est, circa 700mila, i cui insediamenti la comunità internazionale considera illegali. Domenica sera un gruppo tra i più facinorosi ha attaccato una base militare in Cisgiordania, Choc per un nuovo attacco dei coloni israeliani contro i soldati israeliani un’azione frutto della rabbia per i sei arresti effettuati dai militari israeliani nei giorni precedenti, quando le truppe hanno individuato alcuni coloni diretti al villaggio palestinese di Kafr Malik, zona militare chiusa a causa di un precedente attacco (nella foto), che mercoledì aveva provocato tre morti palestinesi. Per la seconda volta in pochi giorni, a finire nel mirino dei coloni sono stati proprio i soldati israeliani. Da qui lo sconcerto e la reazione dei vertici istituzionali d’Israele.

«Nessun Paese civile può tollerare atti violenti e anarchici come l’incendio di un’installazione militare, il danneggiamento di proprietà dell’Idf (Le Forze armate israeliane) e aggressioni al personale di sicurezza da parte di cittadini dello Stato», ha dichiarato il primo ministro Benjamin Netanyahu, che ha invitato le forze dell’ordine a indagare sull’incidente e perseguire i «rivoltosi». Un coro unanime nel governo, con il ministro degli Esteri Gideon Sa’ar che ha parlato di incidenti «inaccettabili» e il ministro della Difesa Israel Katz che ha convocato una «riunione urgente» con i funzionari di sicurezza per discutere di «un fenomeno da fermare immediatamente» con «tutte le misure necessarie». «Nessuno oserà alzare le mani contro i soldati dell’Idf», ha promesso Katz. Ancora più duro il leader dell’opposizione Yair Lapid: «I terroristi sono terroristi», ha attaccato, chiedendo le pene più severe per i coloni violenti che lui definisce «terroristi ebrei».

Ma a chiamare in causa l’esecutivo, attribuendogli un ruolo nella violenza, è Benny Gantz, leader del partito centrista Unità nazionale: «Le condanne melliflue non fermeranno la violenza. Il governo ha agito per indebolire la Polizia israeliana, lo Shin Bet (i servizi segreti interni) e le Forze di Difesa Israeliane», è l’accusa. «L’evento a cui abbiamo assistito, che si aggiunge a una grave ondata di altri eventi, inizia con un pericoloso vento a favore per la violenza e il terrorismo ebraico, che soffia direttamente dai ministri del governo», è la lettura di Gantz.
Una interpretazione che fa a pugni con le parole del ministro delle Finanze Bezalel Smotrich.

L’esponente di destra vicino al movimento dei coloni ha ammesso che i

«rivoltosi» hanno superato una linea rossa ma ne fa una categoria a parte: «I criminali sono criminali in ogni parte del Paese», ma gli estremisti ha spiegato - non rappresentano la maggioranza dei coloni in Cisgiordania.

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