I raid aerei, lo scontro con Teheran e il rafforzamento Usa: cos'è successo oggi tra Israele e Hamas

Gli israeliani continuano a bombardare obiettivi in tutta la regione, non solo a Gaza. Gli iraniani minacciano un allargamento del conflitto e gli Stati Uniti potenziano la loro presenza nella regione

I raid aerei, lo scontro con Teheran e il rafforzamento Usa: cos'è successo oggi tra Israele e Hamas
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Non è ancora scattata l'"ora X" dell'operazione di terra e Israele ha continuato a prendere di mira con attacchi aerei obiettivi di Hamas a Gaza e i principali aeroporti siriani. L'Iran ha di nuovo minacciato lo Stato ebraico, alludendo alla possibile apertura di altri fronti, mentre gli Stati Uniti si sono preparati all'escalation rafforzando ulteriormente la loro presenza in Medio Oriente.

Continuano le operazioni a Gaza e si scalda lo scacchiere siriano

Israele ha continuato imperterrito nella sua campagna di bombardamenti nella Striscia di Gaza, eliminando anche il vice-comandante dell’artiglieria di Hamas Muhamad Qatmash che, stando a quanto riferito dal portavoce dell’Idf Daniel Hagari, “ha avuto un ruolo significativo nella programmazione e nella esecuzione del fuoco verso Israele”. L’aviazione di Tel Aviv, inoltre, ha colpito anche colpito in Siria. Media locali hanno detto che una serie di strike hanno colpito gli aeroporti di Damasco e Aleppo. La stampa siriana ha confermato che i due aeroporti sono fuori uso e che nel bombardamento è morto almeno un dipendente.

Sul fronte di Gaza, si sono registrati diversi raid aerei nella zona settentrionale. Inoltre, i terroristi di Hamas hanno riferito di aver teso un’imboscata a truppe di terra delle Idf all’interno della Striscia. L’organizzazione palestinese ha affermato che le brigate al-Qassam hanno distrutto due bulldozer e un carro armato, ma l’esercito israeliano ha parlato solamente di spari contro le sue forze al confine con l’exclave.

Duello a distanza tra Israele e Iran

Sul fronte diplomatico, è proseguito lo scontro a distanza tra Tel Aviv e Teheran. Il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian, ha avvertito gli Stati Uniti e Israele che la situazione rischia di andare fuori controllo. La risposta dello Stato ebraico non si è fatta attendere ed è arrivata per bocca del ministro dell’Economia Nir Barkat: “Il piano dell'Iran è di attaccare Israele su tutti fronti. Se realizziamo che vogliono attaccare Israele, non solo su tutti i nostri fronti, noi attaccheremo la testa del serpente, l'Iran. Siamo pronti a spazzarli via dalla faccia della terra”.

Di escalation ha parlato anche il Segretario di Stato americano Antony Blinken, che ha espresso il timore di Washington di un esacerbarsi nella guerra in corso in Medio Oriente per via dell'Iran e dei suoi proxy nella regione.

Gli Usa rafforzano la loro presenza

Gli Stati Uniti si stanno preparando per un conflitto più ampio. Stando alle ultime informazioni, Washington ha spostato altri sistemi di difesa aerea nel Mediterraneo orientale. Il segretario alla Difesa Usa Lloyd Austin ha annunciato che è stato attivato il dispiegamento di una batteria di Thaad per la difesa aerea ad alta altitudine così come un altro battaglione di missili Patriot.

Il potenziamento dell’apparato militare Usa in Medio Oriente è una risposta ai continui assalti alle basi statunitensi in Iraq.

Da mercoledì, diverse installazioni utilizzate dalle truppe americane sono state prese di mira in cinque attacchi separati: Ain al-Assad, la base di Al-Harir nel nord dell'Iraq e un campo militare vicino all'aeroporto di Baghdad. Queste azioni offensive sono state rivendicate da milizie filo-sciite supportate dall’Iran.

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