Approvato il progetto E1: la mossa di Israele che si chiude al modello dei due Stati

Il mega-insediamento a est di Gerusalemme dividerà in due la Cisgiordania, espandendo il sito di Maale Adumim

Approvato il progetto E1: la mossa di Israele che si chiude al modello dei due Stati
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Il ministro delle Finanze israeliano, Bezalel Smotrich, ha annunciato in conferenza stampa l’approvazione definitiva del progetto di insediamento nell’area denominata “E1”, in Cisgiordania, definendolo una decisione “storica”.

Il piano, al centro di polemiche da oltre vent’anni, prevede la costruzione di circa 3.500 appartamenti destinati a espandere l’insediamento di Maale Adumim, a est di Gerusalemme, e rischia di spezzare in due la Cisgiordania, compromettendo di fatto la possibilità di creare uno Stato palestinese contiguo. “Si tratta di un passo significativo che cancella l’illusione dei due Stati e consolida la presa del popolo ebraico sul cuore della Terra d’Israele”, ha dichiarato Smotrich, aggiungendo che “ogni insediamento, ogni quartiere, ogni unità abitativa è un altro chiodo nella bara di questa pericolosa idea”.

L'area E1 (Est-1) copre circa 12 chilometri quadrati di terreno tra il confine municipale di Gerusalemme e Ma'ale Adumim. Rientra nell'Area C della Cisgiordania, sotto il pieno controllo israeliano secondo gli accordi di Oslo. La posizione del sito lo rende un ponte strategico: a ovest si trova Gerusalemme; a est, la Route 1 scende dalle colline della Giudea verso la Valle del Giordano e il Mar Morto. I piani israeliani per l'E1 esistono dall'inizio degli anni '90, ma sono stati ripetutamente congelati a causa delle pressioni internazionali.

Secondo il Jerusalem Center for Public Affairs, l'E1 è fondamentale per la continuità territoriale israeliana e la sicurezza di Gerusalemme. Senza la costruzione di questa zona, Ma'ale Adumim rischia di diventare un'enclave isolata, vulnerabile in caso di ostilità, proprio come il Monte Scopus fu isolato dal resto di Gerusalemme tra il 1948 e il 1967. Lo sviluppo nella zona E1 garantirebbe l'accesso orientale a Gerusalemme, assicurerebbe la crescita della città e consentirebbe un accesso diretto tra la capitale e la Valle del Giordano.

Il progetto, più volte congelato in passato a causa delle pressioni statunitensi, ha ricevuto l’ok definitivo dalla Commissione per l’urbanistica e l’edilizia il 6 agosto, dopo il rigetto delle ultime petizioni presentate contro la sua realizzazione. Secondo quanto riportato dal Times of Israel, se l’iter burocratico procederà senza intoppi, i lavori infrastrutturali potrebbero iniziare già nei prossimi mesi, con l’avvio della costruzione delle abitazioni entro un anno. Smotrich ha presentato l’approvazione come una risposta diretta alle recenti iniziative di diversi Paesi occidentali che hanno annunciato l’intenzione di riconoscere ufficialmente lo Stato di Palestina.

Parallelamente, il ministro, figura di spicco dell’estrema destra israeliana, si è detto contrario a qualsiasi ipotesi di cessate-il-fuoco parziale legato al rilascio degli ostaggi da parte di Hamas. A suo avviso, le aperture del movimento palestinese non sarebbero altro che un tentativo disperato di fermare la prevista offensiva israeliana su Gaza City.

Hamas è sotto forte pressione a causa della conquista di Gaza, perché capisce che questo la eliminerà e porrà fine alla sua storia. Per questo cerca di rilanciare un accordo parziale. È proprio il motivo per cui non possiamo arrenderci né garantire al nemico un’ancora di salvezza”, ha scritto Smotrich in un post su X.

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