Attacco all'Iran, allerta nelle basi Usa in Italia: ecco dove sono

Sebbene le strutture non siano state impiegate per l’attacco, il livello di allerta resta elevato. In installazioni chiave come Sigonella e Aviano innalzato lo stato di vigilanza

Attacco all'Iran, allerta nelle basi Usa in Italia: ecco dove sono

A quasi 48 ore dall'attacco statunitense contro i siti nucleari in Iran, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha chiarito che le basi militari statunitensi presenti in Italia non sono state impiegate per l’operazione. "Non ci risulta alcun utilizzo delle basi italiane", ha dichiarato, escludendo un coinvolgimento diretto nella missione. Anche il ministro della Difesa Guido Crosetto, nei giorni precedenti all’attacco, aveva ricordato il quadro normativo che regola la presenza militare americana in Italia. In particolare, si tratta della convenzione bilaterale firmata nel 1951, che prevede l’obbligo per gli Stati Uniti di notificare e giustificare ogni utilizzo "non ordinario" delle basi, e l’autorizzazione preventiva da parte del governo italiano.

Sebbene le strutture non siano state impiegate per l’attacco, il livello di allerta resta elevato. In installazioni chiave come Sigonella e Aviano è stato innalzato lo stato di vigilanza, in previsione di possibili ritorsioni o necessità logistiche. Le basi statunitensi in Italia, del resto, rappresentano un’infrastruttura strategica per operazioni di rifornimento e supporto aereo, grazie alla loro posizione geografica e al livello di integrazione con le forze NATO.
Attualmente, oltre 12.000 militari americani sono dislocati in diverse strutture sparse su tutto il territorio nazionale. Tra le più rilevanti figurano:

  • Sigonella, in Sicilia, hub fondamentale per l’aviazione USA e principale supporto alla Sesta Flotta nel Mediterraneo; situata tra Catania e l’Etna, è uno snodo logistico fondamentale per le operazioni statunitensi e NATO nel Mediterraneo. La base ospita aerei da pattugliamento marittimo, droni da ricognizione e velivoli da trasporto strategico, grazie a piste lunghe e infrastrutture capaci di supportare missioni a lungo raggio. Sigonella è anche uno dei principali centri per il rifornimento in volo, l’intelligence e il controllo delle operazioni nella regione mediorientale e nordafricana. È considerata una base chiave per eventuali operazioni di emergenza o missioni di deterrenza;
  • Aviano, in Friuli-Venezia Giulia, sede del 31° Fighter Wing; Aviano è la principale base aerea statunitense nel Nord Italia ed è sede del 31st Fighter Wing dell’Aeronautica americana. Qui sono stanziati due squadroni di caccia F-16, pronti a operare in contesti di attacco, difesa aerea e supporto alle forze NATO. La base è considerata un pilastro della strategia nucleare USA in Europa, poiché ospita ordigni tattici sotto il programma di condivisione nucleare. Con una pista di quasi 3.000 metri e capacità di operazioni ad alta prontezza, Aviano rappresenta un punto nevralgico per il controllo aereo sull’Europa sudorientale e il Mediterraneo.
  • Camp Darby, in Toscana, deposito strategico di munizioni e missili; situata tra Pisa e Livorno, Camp Darby è uno dei principali depositi di munizioni e materiali militari americani in Europa. È direttamente collegata al porto di Livorno e a un raccordo ferroviario militare che consente il rapido trasporto di mezzi verso teatri operativi. La base funge da hub logistico per supportare missioni USA e NATO.
  • Gaeta, in Lazio, porto d’attracco per unità della Marina americana; il porto di Gaeta è uno scalo logistico strategico per la Marina statunitense nel Mediterraneo. Ospita regolarmente la USS Mount Whitney, nave ammiraglia della Sesta Flotta, e consente operazioni di rifornimento e manutenzione. Pur non essendo una base di grandi dimensioni, la sua posizione geografica permette tempi di risposta rapidi verso il Mediterraneo orientale, Nord Africa e Medio Oriente.
  • Caserma Ederle, a Vicenza, e la base NATO di Motta di Livenza, in Veneto. Caserma Ederle, a Vicenza, è il quartier generale dell’U.S. Army per il Sud Europa e una delle principali basi terrestri americane in Italia. Vi è di stanza la 173ª Brigata aviotrasportata, forza di pronto intervento per missioni in Europa, Africa e Medio Oriente. La base funge anche da snodo per la logistica e la pianificazione delle operazioni USA-NATO. A completare l’infrastruttura operativa in Veneto, la base NATO di Motta di Livenza ospita il NATO Land Command (NATO Rapid Deployable Corps - Italy), un’unità multinazionale ad alta prontezza, pronta a guidare forze terrestri NATO in scenari di crisi. Entrambe le strutture sono perfettamente integrate nel sistema di difesa collettiva dell’Alleanza Atlantica.
  • Solbiate Olona e Ghedi, in Lombardia, legate al supporto logistico e operativo dell’aviazione; a Solbiate Olona, in provincia di Varese, si trova il NATO Rapid Deployable Corps - Italy (NRDC-ITA), un comando a guida italiana con forte presenza statunitense e multinazionale. È una delle principali unità della NATO con capacità di schieramento rapido entro 5-30 giorni, impiegabile in missioni ad alta intensità. La base aerea di Ghedi, in provincia di Brescia, è invece una struttura dell’Aeronautica Militare italiana, ma ospita in regime di cooperazione strategica assetti sensibili condivisi con gli Stati Uniti. Sede del 6º Stormo italiano, noto anche come “Stormo Diavoli Rossi”.
  • Napoli, sede del Comando della Forza Congiunta della NATO; NSA Naples ospita il quartier generale delle Forze navali USA in Europa e Africa (NAVEUR-NAVAF) e il Comando delle Forze congiunte NATO (JFC Naples). La base, divisa tra Capodichino e Lago Patria, è un centro strategico di comando e controllo. Da qui si coordinano le attività della Sesta Flotta statunitense, che opera in tutto il Mediterraneo, e le missioni NATO in Europa sud-orientale e nel Sahel.
  • La Spezia, centro di ricerca NATO per la guerra sottomarina. La città di La Spezia ospita il CMRE (Centre for Maritime Research and Experimentation), un centro scientifico e tecnologico della NATO dedicato alla ricerca avanzata nel dominio marittimo. Sebbene non sia una base militare operativa in senso stretto, il CMRE è una struttura strategica sotto l'egida della NATO Science and Technology Organization, con un forte contributo statunitense. La presenza USA si manifesta attraverso personale scientifico e militare distaccato, spesso coinvolto in progetti congiunti legati alla protezione dei cavi sottomarini, alla sorveglianza navale e alle capacità anti-sommergibile.

Il capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Luciano Portolano, ha confermato che tutte le basi stanno operando con la massima attenzione e che finora non sono emerse criticità. In Italia, le installazioni statunitensi come quelle di Sigonella e Aviano hanno visto l’adozione di misure di sicurezza rafforzate, con il supporto delle forze dell’ordine per la sorveglianza delle aree circostanti. L'intero dispositivo resta in stato di elevata prontezza.

In un contesto di crescente tensione mediorientale e con la presenza italiana in teatri sensibili come Iraq e Libano, la postura del governo italiano appare improntata alla

cautela. Roma, pur essendo partner strategico di Washington, mantiene un controllo formale sull’uso delle infrastrutture concesse e intende preservare un equilibrio tra alleanza atlantica e autonomia decisionale nazionale.

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