Guerra in Ucraina

L'Onu condanna la Russia: approvata la risoluzione sull'Ucraina

Il testo è passato con 141 voti a favore. L'Assemblea generale ribadisce l'impegno per l'integrità territoriale di Kiev e chiede il ritiro immediato delle forze militari russe. Si astengono Cina e India.

L'Onu condanna la Russia: approvata la risoluzione sull'Ucraina

Non è, come tutte le risoluzioni votate dall'Assemblea Generale dell'Onu, un documento vincolante. Ma ha senza dubbio il suo peso specifico. Per questo il voto di oggi all'interno del Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite sulla risoluzione di condanna all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia era molto atteso. Il sì alla mozione è arrivato da 141 Paesi su 190. L'obiettivo dei promotori, a partire dagli Stati Uniti, era superare quota 140.

Washington però aveva anche un altro obiettivo: evitare il No dell'India. Nuova Delhi, fino a pochi minuti dalla votazione, sembrava orientata verso una netta contrarietà al documento. Alla fine però l'India, così come la Cina, ha deciso di astenersi. Stessa identica posizione è arrivata da Brasile, Sudafrica e altri 29 Stati. Insieme alla Russia hanno votato "No" invece Bielorussia, Siria, Corea del Nord, Eritrea, Mali e Nicaragua.

Il testo della risoluzione

La risoluzione ha come punto principale la condanna dell'azione russa in Ucraina. Un'azione che, secondo i 75 Paesi “co-sponsor” del documento, è avvenuta in violazione del principio di integrità territoriale di uno Stato. Per questo, l'Assemblea generale ha anche chiesto contestualmente il ritiro delle forze di Mosca dal territorio ucraino.

In totale, sono quattro i punti principali contenuti nel documento. In primis, come si legge nel testo, vi è “la necessità di una pace completa, giusta e duratura in linea con la Carta delle Nazioni Unite". In secondo luogo, viene sottolineato “l'impegno per la sovranità, l'indipendenza, l'unità e integrità territoriale dell'Ucraina entro i suoi confini internazionalmente riconosciuti”.

Inoltre, i promotori del documento chiedono “la cessazione delle ostilità e il ritiro immediato, completo e incondizionato delle forze militari russe dal territorio ucraino”. Il quarto punto riguarda “la necessità di garantire la responsabilità per i crimini più gravi commessi sul territorio dell'Ucraina ai sensi del diritto internazionale”.

Chi ha votato a favore

La data scelta per la votazione sul documento non è certo stata casuale. I rappresentanti seduti all'interno della sede dell'Assemblea generale hanno votato a poche ore dallo scoccare del 24 febbraio, il giorno cioè del primo anniversario della guerra.

Un modo, quindi, per i Paesi che sostengono Kiev e che hanno condannato l'azione di Mosca, per ribadire una propria chiara posizione a dodici mesi esatti dall'inizio delle ostilità. Nel corso della discussione che nei giorni scorsi ha anticipato il voto, a prendere la parola è stato lo stesso segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres.

Per il massimo rappresentante delle Nazioni Unite, il principale obiettivo è costituto dalla formazione di una “pace vera e duratura”. “Più a lungo continueranno i combattimenti – si legge nelle sue dichiarazioni – più difficile sarà questo lavoro. Non dobbiamo perdere un attimo. La minaccia del cosiddetto uso tattico delle armi nucleari è inaccettabile: è il momento di fare un passo indietro dal baratro”.

A favore della mozione si sono schierati ovviamente gli Stati Uniti e tutti i Paesi del blocco della Nato. Nel corso dei dibattiti che hanno preceduto il voto, i rappresentanti statunitensi hanno rimarcato il sostegno all'Ucraina riprendendo anche i discorsi tenuti poche ore prima dal presidente Usa Joe Biden sia a Kiev che a Varsavia. “Questo voto – ha dichiarato l'ambasciatrice statunitense all'Onu, Linda Thomas-Greenfield – è un'opportunità per votare una pace in linea con i principi delle Nazioni Unite”.

Sul podio del Palazzo di vetro, è salito poi il ministro degli Esteri ucraino Dmitro Kuleba. “La Russia ha violato la Carta delle Nazioni Unite – ha affermato il capo della diplomazia ucraina – con un'aggressione immotivata. Questa è la semplice realtà dei fatti”. A favore della mozione hanno votato complessivamente 141 Stati. Soddisfatto anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha subito commentato così: "La risoluzione delle Nazioni Unite è un segnale potente del sostegno instancabile a Kiev".

La posizione della Russia

Di segno opposto è la posizione di Mosca. Il Cremlino, tramite il proprio rappresentante all'Onu Vassily Nebenzia, ha portato al Palazzo di vetro l'argomentazione espressa da Vladimir Putin nei discorsi tenuti nei giorni scorsi.

“L'Occidente ha ignorato le nostre preoccupazioni e ha portato le infrastrutture della Nato sempre più vicine ai nostri confini – ha dichiarato Nebenzia – Credere alle accuse contro la Russia è possibile solo ignorando gli otto anni precedenti, durante i quali il regime nazionalista criminale di Kiev è arrivato al potere con l'aiuto dell'Occidente. Non avevamo altra opzione per difendere le persone del Donbass”.

Cina e India astenute

Quella di oggi è stata la sesta votazione dell'Assemblea Generale dell'Onu sulla guerra in Ucraina. Nelle altre occasioni, Pechino si era sempre astenuta. Una posizione mantenuta anche in questa occasione. La Cina è arrivata a questo appuntamento forte di un certo attivismo diplomatico svolto nelle ultime settimane e con in tasca il possibile annuncio di un proprio piano di pace. A New York il rappresentante cinese Dai Bing ha comunque sottolineato l'importanza del rispetto della sovranità, come pure i principi della Carta Onu. Al tempo stesso, si legge nelle dichiarazioni del diplomatico, “la priorità fondamentale però è facilitare il cessate il fuoco e la cessazione delle ostilità immediatamente”.

Astenuta anche l'India: New Delhi, nell'immediata vigilia del voto, sembrava orientata verso il No ma alla fine ha confermato l'astensione già viste nelle altre occasioni. Complessivamente sono stati 32 gli astenuti, compresi Brasile e Sudafrica.

Voto contrario anche dei Paesi più vicini alla Russia. E quindi Bielorussia, Corea del Nord, Siria, Eritrea e Nicaragua. Significativo anche il No del Mali, Paese africano sempre più vicino a Mosca sotto il profilo politico e che nelle altre occasioni si era astenuto dalla votazione.

L'intervento di Tajani

Dal canto suo l'Italia, rappresentata dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, oltre a esprimere il proprio voto favorevole alla risoluzione, ha rivendicato di essere stata tra le principali artefici del documento.

La pace è l'obiettivo strategico definitivo al quale tutti puntiamo – ha detto Tajani nel suo discorso al Palazzo di Vetro – L'Italia è orgogliosa di essere co-sponsor di questa bozza di risoluzione”. Il titolare della Farnesina ha anche incontrato il segretario Guterres.

“L'incontro con Antonio Guterres è andato molto bene – ha dichairato Tajani – Abbiamo parlato a lungo di Africa, Mediterraneo, del sostegno che diamo e continueremo a dare all'Onu, del ruolo che possono svolgere nel continente. Abbiamo parlato di Ucraina, Tunisia e Iran.

Una panoramica generale ma con una grande convergenza di vedute”.

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