"Un milione e mezzo di soldati". La Russia riorganizza le forze armate

Il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, ha annunciato una serie di riforme per il periodo 2023-2026. Confermati anche il rafforzamento delle truppe in Carelia e i nuovi distretti di Mosca e Leningrado

"Un milione e mezzo di soldati". La Russia riorganizza le forze armate

La Russia riorganizza le forze armate. Mentre infuria la guerra in Ucraina, con l'attuale epicentro nell'area di Soledar, il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, ha annunciato che Vladimir Putin ha approvato un piano di riforme per tutto il sistema militare della Federazione.

L'aumento del numero di soldati

Punto essenziale - ma non unico - di questa riforma è l'aumento del numero dei militari. Le forze armate di Mosca, per l'arco temporale che va dal 2023 al 2026, prevedono che la quantità di effettivi raggiunga il milione e mezzo. Come riportano le agenzia di stampa russe, si tratta di un aumento significativo, ma che parte da un processo già in corso. All'inizio del 2022, spiega la Tass, le forze armate "erano costituite da circa un milione di militari (escluso il personale civile) e dall'inizio del 2023 il personale è stato aumentato a 1,15 milioni". L'aumento fino a 1,5 milioni rappresenta quindi la tappa finale di un tracciato intrapreso da Putin già dall'anno scorso e che indica la volontà del Cremlino di ampliare il numero di soldati anche in funzione del proseguimento della guerra in Ucraina.

Per Shoigu, questo fa parte di una risistemazione che riguarda anche un elemento prioritario per la Difesa: l'aumento del numero di soldati professionisti. Sempre la Tass, ricorda che il titolare della Difesa, uno dei fedelissimi di Putin e da qualcuno considerato anche un suo possibile successore, aveva proposto di aumentare il numero di soldati a contratto a 695 mila persone. E questo è un tema da non sottovalutare anche per l'aspetto del morale delle truppe e della fiducia verso il sistema di comando.

Riorganizzazione della Difesa

Trattandosi di una riorganizzazione che Mosca sottolinea essere su "vasta scala", in questo nuovo assetto per il prossimo triennio viene confermata anche la rinascita dei distretti militari di Mosca e Leningrado (annunciata già in precedenza) così come la costituzione di un corpo d'armata in Carelia, ai confini della Finlandia. Infine, oltre a essere previsto a un riassetto di brigate e divisioni delle diverse forze che fanno parte della Difesa russa, Shoigu e Putin dimostrano di volere mettere mano anche al sistema militare-industriale russo.

Il ministro della Difesa ha infatti fatto riferimento alla logistica, a un adeguamento delle infrastrutture strategiche, alle forniture, alle risorse da allocare, all'assetto delle basi e dei campi d'addestramento. Si tratta in sostanza di una riformulazione delle forze armate in cui, inevitabilmente, ha giocato anche l'esperienza della guerra in Ucraina e i deficit manifestati dalle forze armate russe.

Shoigu e la guerra in Ucraina

Non è forse un caso che questi annunci arrivino proprio mentre Shoigu ha visitato le truppe russe in Ucraina e il centro di comando di Vostok. Secondo le informazioni che giungono dall'ispezione, il Capo della difesa russa "ha ascoltato un rapporto del comandante del gruppo, il tenente generale Rustam Muradov, sulla situazione attuale e sulle azioni delle sue truppe e di comandanti in altri settori". "State difendendo la nostra madrepatria, aiutando quanti sono in difficoltà e facendo di tutto per avvicinare la vittoria", ha detto ai militari.

Ma dietro la propaganda, c'è il tema di come Mosca riesca a risolvere due problemi fondamentali: i deficit organizzativi delle sue forze - confermati anche dal netto predominio dei mercenari Wagner in alcuni fronti bellici - e, a livello tattico, capire come dare quella "spallata" che gli analisti si aspettano a inizio primavera contro le forze di Kiev. Motivo per il quale il blocco atlantico sta accelerando sull'addestramento delle reclute ucraine e sull'invio di armi sempre più sofisticate per rilanciare la controffensiva o evitare il crollo delle difese.

Dopo la nomina di Valerij Gerasimov a capo delle operazioni iniziate a febbraio del 2022, il messaggio che giunge da Mosca è quello di una rinnovata attenzione per il settore militare in una chiave non solo di utilizzo, ma anche di

riorganizzazione. Ed è chiaro che l'invasione ha avuto un impatto particolarmente incisivo su tutte le certezze delle forze russe impostate su un modello che è risultato molto diverso tra teoria e prassi.

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