
Con l'accettazione dell'accordo a Sharm El Sheik è iniziato il lungo cammino per la pace in Medi Oriente. Non è finita la guerra ma si è arrivati a una tregua e ora, a latere, si stanno definendo gli ultimi dettagli. Hamas sembra intenzionato ad aggiungere alcune richieste a Israele, come la restituzione dei corpi dei fratelli Sinwar, considerati per lungo tempo i capi dell'organizzazione. Yahya Sinwar è stato neutralizzato da Israele a Rafah un anno fa e il suo cadavere è stato rapidamente traslato dai soldati dell'Idf prima che i terroristi potessero entrarne in possesso per farne una reliquia. Lo stesso è avvenuto con Mohammed, anch'esso recuperato dalle Idf in una delle gallerie dell'organizzazione sotto Gaza.
Non è la prima volta che Hamas avanza questo tipo di richiesta e che Israele puntualmente la respinge. Era già successo lo scorso gennaio nel corso di altri negoziati che non andarono a buon fine per diverse ragioni. La risposta di Tel Aviv fu categorica: "È un super-terrorista, non se ne parla". Hamas insiste, vuole dare sepoltura al suo leader ma il rischio è che attorno alla sua tomba si venga a creare una ragione di culto. Non è noto dove Israele tenga i corpi dei Sinwar, il luogo è nascosto e probabilmente sono stati conservati per preservarne l'interezza in attesa di tempi diversi. E vi è la probabilità che lo Stato ebraico voglia seguire la linea degli Usa.
Quando gli americani neutralizzarono Osama Bin Laden, la mente dietro gli attentati dell'11 settembre 2001, si premurarono di recuperare il corpo nelle prime 24 ore e per evitare che finisse nelle mani del Al-Qaeda. Fu portato a bordo della portaerei USS Carl Vinson, nel Mar Arabico settentrionale. Qui fu identificato tramite una combinazione di metodi, incluse le misurazioni biometriche e, in seguito, i test del Dna. Subito dopo, nel rispetto dei riti islamici, anche se in forma accelerata, il corpo venne sepolto in mare facendolo scivolare da una zattera ponderata.
Difficilmente Israele restituirà i Sinwar ad Hamas, che è invece sollecitata a liberare Hadar Goldin: si trova nelle mani dell'organizzazione dal 2014, da oltre 4000 giorni, dopo essere stato catturato durante una battaglia
del perenne conflitto. Israele l'ha inserito nel computo degli ostaggi che chiede indietro ad Hamas nell'accordo di pace ma lui difficilmente sarà tra i 20 rilasciati vivi nelle 72 ore successive alla firma del trattato.