I punti chiave
Lo scorso 31 dicembre l’Ucraina ha distrutto una base militare russa nel Donetsk uccidendo oltre 60 soldati nemici. Secondo il ministero della Difesa di Mosca, Kiev ha colpito una struttura situata a Makiivka effettuando un attacco di quattro missili con testata ad alto esplosivo su un punto di schieramento temporaneo. "63 militari russi sono stati uccisi", ha fatto sapere il Cremlino. "Fino a 10 unità di equipaggiamento militare nemico di vario tipo sono state distrutte e danneggiate", si legge in una nota dello Stato maggiore delle forze armate ucraine. Dopo aver ricostruito i fatti vale la pena farsi una domanda: qual è l’importanza strategica di questo attacco?
La mossa di Kiev
Nella notte di Capodanno l'esercito ucraino ha colpito con dei missili lanciati dai sistemi Himars un gruppo di militari russi alloggiati nei locali dell'istituto tecnico di Makiivka. Alcune fonti ritengono che la struttura sarebbe stata presa di mira da sei proiettili Himars di fabbricazione statunitense, due dei quali sarebbero stati abbattuti. Dal punto di vista temporale, Mosca non ha fornito dettagli. Il raid dovrebbe e potrebbe essere avvenuto effettivamente la notte del 31 dicembre, quando le truppe russe festeggiavano l'arrivo del Nuovo Anno.
È estremamente raro che il governo russo denunci di aver subito perdite in Ucraina, tanto che molti critici accusano il Cremlino di minimizzare sistematicamente le perdite sul campo di battaglia. Non è da escludere che Mosca possa aver registrato più vittime delle 63 comunicate. Certo, va comunque sottolineato che anche le 400 morti annunciate in un primo momento dalle forze di Kiev risultano fuori proporzione.
Il ruolo degli Himars
L'ex leader separatista russo Igor Strelkov ha raccontato di aver ricevuto notizia dell'attacco verso l'una di notte del 1 gennaio e ha detto che "centinaia" di russi erano stati uccisi e feriti, aggiungendo che l'esercito ucraino aveva colpito una struttura che ospitava truppe mobilitate. In ogni caso, Mosca piange la morte di decine e decine di riservisti in una rara ammissione di perdite. Del resto era impossibile nascondere un attacco del genere. Se non altro per le foto e i video di quanto avvenuto.
Secondo altre fonti il blitz sarebbe stato condotto con 25 razzi lanciati dagli Himars. Stiamo parlando del sistema fornito a Kiev dagli Stati Uniti e dotato di un raggio d’azione di 80 chilometri, perfetto per colpire nel cuore del territorio russo. Dove sorgeva, appunto, la base di Makiivka. Pare che l’intelligence ucraina abbia prima individuato il bersaglio, accertandosi della presenza nell’edificio dei militari, salvo poi comunicare le coordinate dell’obiettivo agli artiglieri.
La strategia di Kiev
Come ha sottolineato il Corsera, l’Ucraina ha adottato una strategia già utilizzata nel corso degli ultimi mesi. La grande differenza sta tutta in un particolare: mentre in precedenza Kiev impiegava questo modus operandi per centrare depositi di bombe e magazzini colmi di risorse, oggi sta iniziando a centrare basi vere e proprie. Un altro particolare da tenere in considerazione è che il complesso russo abbattuto ospitava militari ma anche munizioni, veicoli e carburante, ovvero materiale che ha amplificato il raid ucraino.
Nel frattempo sarebbero circa 107.440 i soldati russi rimasti uccisi dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina.
Lo ha evidenziato il bollettino giornaliero dello Stato maggiore di Kiev, precisando che nelle ultime 24 ore sono morti 720 russi e sono stati distrutti 44 droni. Le forze armate ucraine hanno fatto sapere di aver ucciso 400 soldati russi appena mobilitati e di averne feriti altri 300 con il bombardamento della caserma di Makiivka.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.