"Positiva, diretta e produttiva". Cosa sappiamo della telefonata Biden-Netanyahu

Un colloquio di circa 30 minuti che ha toccato vari punti, tra cui l'offensiva in Libano ma soprattutto la pianificazione della risposta all'Iran: il contenuto della telefonata, però, resterà classificato

"Positiva, diretta e produttiva". Cosa sappiamo della telefonata Biden-Netanyahu
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Un colloquio telefonico nelle ore più calde per il Medio Oriente, ma anche per le relazioni tra Israele e Stati Uniti. La telefonata tanto attesa tra Joe Biden e Benjamin Netanyahu è durata circa 30 minuti, e non 50 come affermato precedentemente: pare essere stata "diretta e produttiva" e ha incluso un approfondimento sulla risposta eventuale di Israele all'attacco missilistico iraniano di inizio mese.

Il tono della telefonata Biden-Netanyahu

Secondo quanto riferito dalla portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre, "Gli Stati Uniti e il governo israeliano hanno avuto discussioni dalla scorsa settimana dopo l'attacco all'Iran, e quindi queste discussioni sono continuate con il presidente e il primo ministro", aggiungendo che i due leader hanno parlato più di una dozzina di volte dal 7 ottobre e che un resoconto completo sarà pubblicato a breve. Di "clima positivo" parla Channel 12, secondo cui Washington, con l'attuale amministrazione agli sgoccioli, avrebbe chiesto al leader israeliano di pianificare il dopoguerra anche in Libano. I due leader non avevano un colloquio diretto dal 21 agosto: da allora, si sono intensificate le azioni di Israele contro Hezbollah, tra cui l'uccisione del leader Hassan Nasrallah, fino all'avvio dell'operazione di terra nel sud del Libano.

Il giallo sulla visita di Gallant negli Usa

Secondo una fonte a conoscenza della questione, durante la conversazione Biden e Netanyahu avrebbero dovuto discutere dei piani di Israele di colpire l'Iran: è noto, infatti, che la Casa Bianca sta cercando garanzie sull'eventuale attacco alla Repubblica Islamica, come ad esempio quella di non colpire i siti nucleari. Il Segretario alla Difesa Lloyd Austin avrebbe dovuto incontrare il Ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant a Washington questa settimana, ma Gallant ha rinviato il suo viaggio negli Stati Uniti: alla domanda sul perché Gallant stesse rimandando il viaggio, la vice addetta stampa del Pentagono, Sabrina Singh, ha indirizzato le domande al governo israeliano. Un'ora prima dell'annuncio del Pentagono, il quotidiano israeliano Haaretz ha citato fonti secondo cui Netanyahu aveva "chiesto" a Gallant di non partire per gli Stati Uniti prima di aver parlato con Biden. Benny Gantz, ex ministro della Difesa israeliano, ha scritto su X che l'annullamento del viaggio ha danneggiato la sicurezza nazionale di Israele "per considerazioni personali e politiche".

Sarà tuttavia difficile, se non impossibile, conoscere il contenuto della telefonata che è e resterà classificata: "Non ho annunci da fare su ciò che è accaduto durante quella telefonata, e non posso parlare di chiamate diplomatiche private su questo canale, ma è stata una telefonata importante". Lo ha annunciato alla Cnn la vice presidente Kamala Harris a proposito del colloquio telefonico tra i due leader al quale ha partecipato anche lei. I rapporti tra Washington e Tel Aviv sono stati molto tesi negli ultimi mesi per via di una divergenza d'opinione sulla conduzione dell'offensiva a Gaza ma anche a proposito delle modalità operative del governo israeliano che, a detta dell'amminstrazione Usa, avrebbe spesso agito nell'ombra o comunicando tardivamente con gli Stati Uniti.

Le tensioni tra Israele e Stati Uniti

A gettare sale sulle ferite, le rivelazioni in anteprima circa il nuovo libro di Bob Woodward (War) circa alcune dichiarazioni lapidarie di Biden su Bibi, che raccontano la frustrazione crescente degli Stati Uniti nei confronti di Netanyahu, andata aumentando esponenzialmente mentre la guerra continuava ad aggravarsi. "È un fo**uto bugiardo", avrebbe detto Biden in privato di Netanyahu, dopo che le Idf avevano fatto irruzione a Rafah. A questo si aggiunge poi il "flirt" con Donald Trump: l'ex presidente ha parlato con Netanyahu "circa una settimana fa", ha confermato mercoledì l'ufficio del premier israeliano all'emittente ABC News.

Trump "di sua iniziativa ha chiamato" Netanyahu, ha affermato l'ufficio del primo ministro, e si è "congratulato" per "le azioni determinate e potenti che Israele ha portato avanti contro Hezbollah". Quando le è stato chiesto di commentare la telefonata Trump-Netanyahu, la portavoce Jean-Pierre ha dichiarato di non poter commentare la conversazione.

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