
C'è qualcosa che non torna nei ragionamenti dei non pochi filoputiniani che in queste ore hanno intensificato l'azione di propaganda forse proprio per alzare una cortina fumogena sulla verità. Dicono: l'Europa è una banda di criminali, per di più inetti, che boicotta la pace in quanto insiste nel porre delle condizioni a tutela della sovranità ucraina affinché si arrivi - se non alla fine - almeno al congelamento della guerra. Ma si guardano bene, questi finti pacifisti filorussi, di invitare Putin a un minimo di altrettanta ragionevolezza. No, per loro l'unica pace possibile è quella in cui l'Ucraina accetta tutte le condizioni dello Zar in quanto - sostengono - Putin quella guerra l'ha già vinta. Ora, se ciò fosse vero oggi la bandiera russa sventolerebbe sul pennone più alto di Kiev e non ci sarebbe bisogno di alcuna trattativa, né Putin si sarebbe scomodato a raggiungere Trump in Alaska e probabilmente presto Zelensky a Ginevra o, come pretenderebbe lui, in ginocchio a Mosca. Dopo tre anni e passa di guerra e centinaia di migliaia di russi morti al fronte, Putin è a meno di un quinto del lavoro, controlla malamente e fragilmente solo il 19 per cento del territorio che aveva pensato di annettere totalmente in un baleno. Certo, data la sproporzione di forze tra i due contendenti è probabile che andando avanti all'infinito l'obiettivo verrebbe raggiunto, ma evidentemente anche Putin ha capito che deve ridimensionare i suoi sogni di gloria. Quello che si fatica a capire è perché per farlo pretenda di stravincere a tavolino e nessuno gli contesti ciò che viene contestato a Zelensky: amico caro, se davvero vuoi la pace anche tu, come l'Ucraina, qualcosa sul tavolo devi lasciarlo, perché così funzionano le cose. Niente, i suoi ammiratori, anche in Italia, sono infastiditi che il mondo libero pretenda una pace non certo gratuita, ma almeno dignitosa per l'Ucraina, visto che il suo esercito ha combattuto, combatte e al momento non ha alcuna intenzione di arrendersi.
Insomma, se la guerra non dovesse finire non sarà certo perché l'Europa non vuole la pace, bensì perché Putin insiste nel voler avere su un piatto d'argento ciò che non solo non gli spetta, ma che per ora non si è neppure meritato sul campo.