La profezia del Pentagono: "Se Kiev perde la Nato combatterà contro la Russia"

Il capo del Pentagono, Lloyd Austin, davanti alla Commissione Difesa della Camera dei rappresentanti Usa ha dichiarato che se l'Ucraina dovesse cadere la Nato potrebbe ritrovarsi a lottare direttamente contro la Russia

La profezia del Pentagono: "Se Kiev perde la Nato combatterà contro la Russia"
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La Nato potrebbe ritrovarsi a lottare direttamente contro la Russia nel caso in cui l'Ucraina dovesse perdere la guerra. È questa l'ipotesi ventilata dal capo del Pentagono, Llooyd Austin, davanti alla Commissione Difesa della Camera dei rappresentanti Usa. "Se l'Ucraina cade, credo davvero che la Nato sarà in lotta con la Russia", ha dichiarato Austin, spiegando che Vladimir Putin non intenderebbe accontentarsi di ottenere il successo militare contro Kiev. Al contrario, secondo l'alto funzionario statunitense il capo del Cremlino potrebbe continuare ad intraprendere azioni aggressive nella regione. A quel punto, è il senso del messaggio lanciato dallo stesso Austin, uno scontro aperto tra l'Alleanza atlantica e Mosca sarebbe inevitabile.

Il rischio di uno scontro tra Nato e Russia

"Sappiamo che se Putin avrà successo" in Ucraina, "non si fermerà. Continuerà a intraprendere azioni più aggressive nella regione", ha dichiarato Austin ripetendo in realtà una supposizione già avanzata da vari leader all'inizio della guerra tra Mosca e Kiev. Vari leader europei avevano infatti più volte sottolineato i presunti piani di Putin di prendere di mira gran parte dell'Europa orientale con azioni volte a conquistare territori e spazi strategici. Il Cremlino ha sempre bollato quelle ricostruzioni come fake news, specchio di una profonda russofobia dell'Occidente.

Adesso, però, è il capo del Pentagono a recuperare il worst case scenario ripetendolo nel corso di un'udienza del suddetto Comitato per le Forze Armate della Camera degli Stati Uniti. In tal caso, cioè se la Russia dovesse vincere in Ucraina, allora "altri leader in tutto il mondo, altri autocrati in tutto il mondo guarderanno a questo e saranno incoraggiati dal fatto che ciò è accaduto e che non siamo riusciti a sostenere una democrazia", ha aggiunto. "Se sei uno Stato baltico, sei davvero preoccupato se sarai il prossimo. Conoscono Putin. Sanno di cosa è capace", ha sottolineato Austin.

Minacce e tensioni

Il clima è tornato a farsi tesissimo. Prima il presidente francese Emmanuel Macron non ha escluso l'invio di truppe Nato in Ucraina. Poi Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue, ha dichiarato che la guerra non è impossibile e che l'Europa dovrebbe armarsi. Infine la replica di Putin al termine di una settimana infuocata: "Abbiamo armi che possono colpire il vostro territorio". E ancora: "Le armi nucleari russe strategiche sono in stato di massima allerta" e "i tentativi di un nuovo intervento in Russia rischiano di scatenare un conflitto su larga scala con l'uso di armi nucleari" che avrà "conseguenze molto più tragiche che in epoche passate", ha dichiarato il presidente russo.

In un chiaro messaggio rivolto alle nazioni occidentali Putin ha insomma lasciato intendere che ci saranno conseguenze catastrofiche nel caso in cui le truppe Nato dovessero materializzarsi sul territorio ucraino.

Intanto sul campo di battaglia la Russia, dopo la conquista della città di Avdiivka una decina di giorni fa, continua a spingersi verso ovest approfittando dell'arretramento delle forze armate ucraine. I soldati di Kiev hanno lasciato i villaggi di Sieverne e Stepove, dopo aver ceduto qualche ora prima anche le posizioni a Lastochkyne.

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