"Pronti a tutto per liberare la Crimea". I partigiani ucraini che lottano contro Putin

Nato nel 2022, il gruppo Atesh si occupa di raccogliere informazioni sui movimenti e gli asset russi in Crimea. Il loro operato ha permesso agli ucraini di condurre con successo diversi attacchi missilistici contro obiettivi di alto profilo

"Pronti a tutto per liberare la Crimea". I partigiani ucraini che lottano contro Putin
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La Crimea è il punto nevralgico delle operazioni russe nel Mar Nero e un obiettivo che nel 2024 il presidente Volodymyr Zelensky intende isolare. Nei prossimi mesi, dunque, l’operato dei partigiani ucraini nella penisola sarà fondamentale. La Bbc è riuscita a contattare alcuni membri di Atesh, una parola che significa “fuoco” in lingua tatara, che hanno raccontato quali sono i loro compiti e la loro missione nella penisola occupata dal 2014.

Gli abitanti della Crimea non sono tutti zombie e sono pronti a resistere anche in condizioni di censura totale”, ha affermato un partigiano dell’organizzazione identificato come Agente uno. “La posta in gioco è molto alta e tutto deve essere affrontato con la massima attenzione. Gli errori sono semplicemente inaccettabili”, ha aggiunto Agente cinque, un soldato dell’esercito russo che fa il doppio gioco per Atesh e consapevole che i servizi segreti di Mosca sono costantemente sulle tracce degli operativi del gruppo, nonostante la propaganda ufficiale lo abbia bollato come un’invenzione. Gli agenti si occupano principalmente di effettuare ricognizioni e fornire all’esercito ucraino informazioni sulle difese aeree, i depositi, le basi e i movimenti dei soldati del Cremlino. L’intelligence che raccolgono viene poi passata a un soggetto che si occupa di trasferirla alle autorità ucraine e all’Sbu, il servizio di sicurezza di Kiev.

Cerchiamo di non rivelare informazioni strategiche a coloro che rischiano di essere catturati dall’Fsb”, ha spiegato alla Bbc l’uomo che si occupa del passaggio di informazioni. “Ognuno sa solamente ciò che deve sapere”. Un altro operativo, Agente quattro, ha affermato che “filmare l’esercito di un Paese in guerra equivale ad un suicidio”, ma anche che “spesso vediamo i frutti del nostro lavoro, quando un sito militare russo viene colpito e ridotto in cenere”. Sarebbero proprio le informazioni raccolte da Atesh ad aver garantito il successo dei più devastanti attacchi ucraini nella penisola, come il bombardamento del porto di Sebastopoli che ha portato all’affondamento del sottomarino Rostov-sul-Don e della nave da sbarco Minsk o la distruzione del quartier generale della flotta russa del Mar Nero.

Atesh non è sovvenzionato dallo Stato ucraino, a differenza del National resistance center, un corpo attivo in Crimea sotto l’egida delle forze speciali, e opera in modo indipendente. Ha fatto la sua apparizione nel 2022, poco dopo l’inizio della guerra, ed è cresciuto rapidamente fino a comprendere migliaia di operativi. Il rischio di infiltrazione da parte di soggetti filo-russi è alto, ma tutti gli agenti intervistati hanno dichiarato di essere pronti a tutto pur di scacciare gli occupanti. Una convinzione, questa, riflessa anche nel “giuramento” del gruppo postato su Telegram: “Giuro sul mio sangue e sulla mia anima di essere fedele ad Atesh e di combattere per lo Stato Ucraino”.

Oltre alla raccolta di informazioni, i partigiani hanno affermato di essere i responsabili di alcuni attacchi violenti contro i russi, come l’uccisione di 30 soldati in un ospedale militare o l’esplosione di un’auto-bomba a Kherson quando la città era ancora controllata da Mosca.

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