Guerra in Ucraina

Raid e blitz anti russi: come si muove il gruppo Atesh, i "partigiani di Crimea"

Il gruppo Atesh, formato dai "partigiani della Crimea", supporta la resistenza ucraina contro la Russia mettendo in atto azioni contro le forze del Cremlino

Raid e blitz anti russi: come si muove il gruppo Atesh i "partigiani di Crimea"

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Raid e blitz anti russi: come si muove il gruppo Atesh i "partigiani di Crimea"

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Il loro nome significa "fuoco" in tataro di Crimea, una lingua altaica appartenente al gruppo delle lingue turche, parlata in Ucraina, principalmente in Crimea, Uzbekistan e Romania. Lo hanno scelto lo scorso settembre per denominare il loro gruppo: Atesh. Lo stesso che supporta la resistenza ucraina contro la Russia, mettendo in atto raid, blitz, sabotaggi e attentati contro le forze del Cremlino. Su Telegram, la sedicente organizzazione partigiana della Crimea conta oltre 36mila iscritti si descrive come "movimento militare di ucraini e tartari in Crimea". Poche parole per presentarsi nel ruolo di nuovo incubo degli uomini di Vladimir Putin.

Raid e sabotaggi contro Mosca

Atesh è formato per lo più da tatari della Crimea. Partigiani che hanno messo nel mirino i soldati dell'esercito russo. Che, non a caso, nella regione di Zaporizhzhia hanno preso contromisure, come ridurre il numero dei check point, onde evitare rischi. Rischi derivanti da raid silenziosi effettuati da questi misteriosi sabotatori e diretti contro le linee usate dalle forze del Cremlino.

L'ultimo episodio è avvenuto lo scorso sabato, con l'uccisione di un ufficiale russo, mentre prima ancora, in quel di Meltopol, era stata fatta saltare in aria la sede centrale del partito Russia Unita, lo stesso di Putin. Pare – anche se non vi è alcuna certezza – che entrambi gli episodi portino la firma del gruppo Atesh.

In passato, i partigiani della Crimea hanno rivendicato l'attentato contro Zakhar Prilepin, un nazionalista rimasto gravemente ferito nell’esplosione della sua auto a Nizhny Novgorod, oltre che un’operazione contro una base nemica nella medesima Crimea.

Il gruppo Atesh

In maniera autonoma, o mediante un lavoro di collaborazione con gli 007 ucraini, i membri di Atesh sono soliti prendere di mira il personale militare russo e i funzionari del Cremlino inviati nei territori ucraini conquistati, su tutti la Crimea. Grazie all'appoggio dei partigiani tatari, Kiev auspica di penetrare ulteriormente tra le difese di Mosca, e di portare la guerra ancor più nelle profondità della Russia.

In ogni caso, se da un lato l'azione non manca, dall'altra procede anche il lavoro di ricognizione. Come ha sintetizzato il Corriere della Sera, Atesh spia le installazioni, segue il movimento dei reparti rivali, prende nota sulla disposizione delle difese russe e sulle rotazioni delle loro unità. Comunicare al governo ucraino simili dettagli è fondamentale ai fini del proseguo del conflitto.

I risultati sembrano anche essere particolarmente concreti. I partigiani di Crimea avrebbero informato gli ucraini in merito alla presenza di un accampamento nella zona di Bakhchisaray e della scelta dei russi di attuare una ipotetica mobilitazione arruolando ex poliziotti e funzionari.

Resistenza in Crimea

La comunità tatara di Crimea, composta da circa 300.000 persone, è stata il fulcro della resistenza all'occupazione russa a partire 2014, quando Mosca ha annesso la penisola. Non sappiamo quanti sono, sul campo, gli uomini del gruppo Atesh. Probabilmente migliaia, anche se le stime non risultano essere note.

Nel frattempo la controffensiva ucraina è in corso, e le forze di Kiev, pur guadagnando terreno, sono ancora lontane dal pensare di rimettere mano sulla Crimea. Mustafa Dzhemilev, il leader tartaro di Crimea a cui la Russia ha vietato l’accesso alla Crimea fino al 2034, ha recentemente dichiarato che "Atesh si trova molto in profondità, nel sottosuolo. Stanno lavorando all’interno della Crimea… facendo saltare in aria obiettivi".

Mosca è avvisata.

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