Quei primi segnali a Ucraina e Israele. E dovrà affrontare la questione cinese

La continuità con Francesco salutata anche da Zelensky: "Posizione coerente della Santa Sede". I rischi di un Papa americano nelle relazioni con Pechino

Quei primi segnali a Ucraina e Israele. E dovrà affrontare la questione cinese
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Se a guidare la scelta del nuovo Pontefice è lo Spirito Santo, la politica e gli equilibri internazionali hanno da sempre giocato un ruolo importante all'interno del Conclave. L'investitura del cardinale Francis Prevost si inserisce nel solco di un cambiamento nella continuità. Cambiamento perché, per la prima volta nella storia della Chiesa, viene designato un pontefice americano, continuità perché è molto legato al Sudamerica (ha la cittadinanza peruviana) e alla visione di Francesco.

Se dall'ambito spirituale si passa a quello geopolitico è evidente che la scelta di Prevost rappresenta da un punto di vista comunicativo un contraltare a Donald Trump. Da ieri sono due gli americani più potenti del mondo ed è impossibile non ricordare l'immagine condivisa da Trump qualche giorno fa vestito da pontefice. Oggi un papa americano c'è davvero e non è frutto dell'intelligenza artificiale e ciò avrà indubbiamente delle implicazioni anche nella politica statunitense. Non bisogna dimenticare infatti che sia il vicepresidente JD Vance sia il segretario di Stato Marco Rubio sono ferventi cattolici e occorrerà capire quale sarà l'influenza del nuovo pontefice nella politica americana.

La ricerca della pace è un elemento di continuità con il pontificato di Francesco in particolare in Ucraina e Medioriente. Non a caso Zelensky, nel congratularsi con il nuovo pontefice, ha affermato: «L'Ucraina apprezza profondamente la posizione coerente della Santa Sede nel sostenere il diritto internazionale, condannare l'aggressione militare della Federazione Russa contro l'Ucraina e proteggere i diritti dei civili innocenti. Auspichiamo il continuo sostegno morale e spirituale del Vaticano agli sforzi dell'Ucraina per ripristinare la giustizia e raggiungere una pace duratura». Anche Vladimir Putin è intervenuto sostenendo «sono fiducioso che il dialogo costruttivo e l'interazione instaurati tra Russia e Vaticano continueranno a svilupparsi sulla base dei valori cristiani che ci uniscono».

Tra i fronti caldi c'è anche il Medioriente a cui Papa Francesco ha dedicato grande attenzione e presumibilmente farà lo stesso Leone XIV. In tal senso, non è mancato un messaggio del presidente Israeliano Herzog che ha auspicato di «rafforzare le relazioni tra Israele e la Santa Sede, nonché l'amicizia tra ebrei e cristiani in Terra Santa e in tutto il mondo».

Il nuovo pontefice si troverà inoltre a dover affrontare anche le complesse relazioni tra il Vaticano e la Cina ereditando l'accordo realizzato da Papa Francesco con la regia del Cardinale Parolin e occorrerà capire come verrà percepito un papa americano dal governo cinese.

Il suo pontificato sarà in definitiva caratterizzato da una visione universale della Chiesa come ha ricordato in un'intervista a Vatican News nel 2023 spiegando che «ci sono molte culture diverse, molte lingue diverse, molte circostanze diverse in tutto il mondo in cui la Chiesa risponde» e aggiungendo «nell'elencare le nostre priorità e nel valutare le sfide che abbiamo davanti, dobbiamo sapere che le urgenze dell'Italia, della Spagna, degli Stati

Uniti, del Perù o della Cina, per esempio, molto probabilmente non sono le stesse, tranne che per una cosa: la sfida di fondo che Cristo ha lasciato ai cattolici di predicare il Vangelo e che esso sia lo stesso ovunque».

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