Guerra

"Raid aerei contro gli Houthi". Il piano per "liberare" il Mar Rosso

Secondo una fonte del governo britannico, il Regno Unito si starebbe preparando a colpire obiettivi delle milizie yemenite assieme agli Usa e ad un altro Stato europeo

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All’indomani del 23esimo attacco degli Houthi contro una nave mercantile nel Mar Rosso, l’ipotesi di un’escalation si è fatta più probabile. Una fonte interna al governo inglese ha riferito al Times che l’esercito del Regno Unito sta preparando una serie di attacchi aerei contro le postazioni dei ribelli yemeniti, in coordinamento con gli Stati Uniti e un altro Paese europeo.

Il piano prevederebbe il lancio di una salva di missili contro obiettivi in mare e nei territori controllati dalle milizie filo-iraniane da parte o della Raf (Royal air force), probabilmente coinvolgendo i Typhoon di stanza presso la base Akrotiri a Cipro, o del cacciatorpediniere Hms Diamond, che a dicembre ha abbattuto un drone dei ribelli. Il governo britannico dovrebbe rilasciare una dichiarazione congiunta con Washington prima di autorizzare l’operazione, per intimare ai combattenti yemeniti di fermare i loro attacchi o essere pronti ad affrontare la forza militare dell’Occidente. Il ministro della Difesa Grant Shapps ha già affermato che “se gli Houthi continueranno a minacciare vite umane e scambi commerciali, saremo costretti a prendere misure necessarie e appropriate”. Otto delle 20 navi attaccate dai ribelli nei 30 giorni prima di Natale erano registrate nel Regno Unito, avevano cittadini britannici nell’equipaggio o trasportavano merci dirette nello Stato insulare, e secondo la fonte sentita dal Times questo avrebbe destato una certa preoccupazione nel governo, unita alla “sensazione che qualcosa debba essere fatto”.

Tom Sharpe, un ex comandante delle Royal Navy, ha affermato che gli Houthi avrebbero la capacità di colpire molte più navi nel Mar Rosso, rendendo la task force a guida statunitense virtualmente impotente. “Se ci provassero, saremmo sopraffatti”, ha ammesso l’uomo, sottolineando anche che non sarebbe nei loro interessi scatenare una risposta massiccia da parte di Washington. “Per loro è molto meglio mantenere la situazione sotto una certa soglia e drenare lentamente le nostre risorse”. Questa postura favorisce anche gli obiettivi del gruppo. Secondo Thomas Juneau, professore alla Public school of international affairs dell’Università di Ottawa, a livello interno gli Houthi puntano ad aumentare il supporto della popolazione nei loro confronti, facendo leva sui sentimenti filo-palestinesi, e contemporaneamente puntano a ritagliarsi un ruolo di potenza regionale e membro fondamentale dell’”asse della resistenza” sostenuto dall’Iran. Proprio la Repubblica islamica ha inviato nelle acque antistanti allo Yemen il cacciatorpediniere Alborz come parte della 94esima flottiglia che già da tempo opera nell'area, il che potrebbe presagire ad un ulteriore aumento della tensione.

Vi è la possibilità, dunque, che nei prossimi giorni il Mar Rosso diventi a tutti gli effetti un nuovo fronte del conflitto tra Israele e Hamas. L’Occidente, però, non si è lasciato completamente alle spalle la sua reticenza ad agire direttamente contro gli Houthi.

Domenica 31 dicembre, infatti, una portavoce del governo britannico ha dichiarato che sono in preparazioni “piani per molti scenari differenti” e che l’opzione diplomatica non è stata ancora scartata, nonostante la sua totale inefficacia.

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