Donbass e truppe Nato: ecco cos'ha chiesto davvero Putin a Trump (e Kiev)

Svelate nuove richieste dello zar al presidente Usa: ritiro ucraino dal Donbass, stop alla NATO e neutralità. Zelensky respinge: “Non cederemo la nostra terra, né il diritto a scegliere il futuro.”

Donbass e truppe Nato: ecco cos'ha chiesto davvero Putin a Trump (e Kiev)
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Ad una settimana dal vertice di Anchorage con Donald Trump, emergono le richieste di Vladimir Putin alla controparte. A rivelarlo, un'esclusiva di Reuters che ha reso pubblica una nuova proposta di compromesso per porre fine alla guerra in Ucraina. Secondo tre fonti vicine al Cremlino, il presidente russo avrebbe chiesto a Kiev di ritirarsi dall’intero Donbass, rinunciare definitivamente all’ingresso nella NATO e impegnarsi a mantenere il Paese neutrale, senza truppe occidentali sul suo territorio.

Rispetto alle condizioni avanzate nel giugno 2024 – che prevedevano la cessione a Mosca delle quattro province occupate in parte dalle forze russe (Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson) – la nuova offerta segna un parziale arretramento. Putin ora chiede solo la piena consegna del Donbass, dove la Russia controlla già circa l’88% del territorio, ma si dice disposto a congelare la linea del fronte nelle altre due regioni meridionali, oggi in mano russa per circa i tre quarti. In cambio, Mosca lascerebbe all’Ucraina alcune porzioni minori di territorio conquistato nelle regioni di Kharkiv, Sumy e Dnipropetrovsk.

Per il presidente Volodymyr Zelensky, che ieri ha parlato con i giornalisti a Kiev, un ritiro dal Donbass non è negoziabile. “Si tratta della nostra sopravvivenza nazionale – ha spiegato – quelle sono le linee difensive più forti del Paese”. "In quasi quattro anni di guerra su vasta scala i russi hanno occupato un terzo della regione di Donetsk. Per questo ho spiegato che le voci secondo cui entro la fine dell'anno occuperanno il nostro Donbass sono solo chiacchiere. Per occupare il nostro Donbass, ci vorranno altri quattro anni. Questa è la nostra terra", ha detto il presidente ucraino, come riporta Ukrinform. Quanto alla NATO, l’adesione è fissata in Costituzione ed è considerata l’unica garanzia di sicurezza duratura. “Non spetta alla Russia decidere il nostro futuro”, ha ribadito Zelensky. Il ministero degli Esteri ucraino non ha rilasciato commenti ufficiali, mentre la Casa Bianca e la NATO hanno evitato di rispondere immediatamente alle richieste russe.

Secondo le fonti russe, il leader del Cremlino avrebbe effettivamente mostrato apertura al compromesso, anche perché consapevole delle difficoltà economiche di sostenere un conflitto di lunga durata. Ma le stesse fonti hanno avvertito: se Kiev non accetterà di cedere il Donbass, la guerra proseguirà. Un nodo centrale resta la legittimità di Zelensky. Mosca continua a sostenere che il mandato presidenziale sia scaduto a maggio 2024, mentre Kiev replica che la guerra ha impedito le elezioni e che il presidente resta pienamente in carica. Anche il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha ribadito che prima di qualsiasi incontro diretto sarà necessario chiarire questo punto.

Secondo le indiscrezioni raccolte da Reuters, si stanno valutando diverse opzioni per dare cornice formale a un eventuale accordo. Una possibilità è un trattato trilaterale Russia-Ucraina-Stati Uniti, riconosciuto dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU.

Un’altra è riprendere le basi dei colloqui di Istanbul del 2022, che ipotizzavano la neutralità permanente di Kiev in cambio di garanzie di sicurezza offerte dalle cinque potenze permanenti del Consiglio.

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