Un'altra, l'ennesima beffa di Hamas, spinge Israele a «immediati e potenti raid» sulla Striscia di Gaza, facendo temere per la tenuta del cessate il fuoco entrato in vigore il 10 ottobre, anche se il vicepresidente americano JD Vance parla di «scaramucce» e si dice convinto che «la pace resisterà». Tutto ha inizio con il gruppo terroristico che si fa beffa del cadavere di un ostaggio e di una famiglia israeliana, in attesa da due anni, della restituzione di una salma su cui piangere. Hamas tenta di farsi beffa di un intero Paese, Israele, che 753 giorni dopo il 7 ottobre 2023 attende ancora i corpi degli ultimi 13 ostaggi defunti rimasti nella Striscia. Ma ecco i fatti. Gli islamisti hanno riconsegnato lunedì sera i resti di uno dei rapiti. Peccato che ieri, dopo le analisi degli esperti israeliani, si è scoperto che quei resti fossero parti del corpo dell'ostaggio Ofir Tzarfati, già recuperate a dicembre 2023 dai militari israeliani e parzialmente restituite a marzo 2024. Ed ecco la doppia beffa, immortalata in un video realizzato da un drone dell'esercito israeliano sul luogo del presunto ritrovamento a Gaza City. Nel filmato si vedono tre uomini che trasportano il corpo dell'ostaggio da un edificio a una buca nel quartiere Shejaiya. Una volta posizionato il cadavere nella buca, lo ricoprono di terra, prima con delle pale e poi con un escavatore, fingendo di scoprirlo per la prima volta davanti alla Croce Rossa. Una farsa. Com'era accaduto con Shiri Bibas, la mamma presa in ostaggio con i suoi due bimbi e il cui corpo consegnato a febbraio non conteneva i resti di lei, nonostante la cerimonia messa in piedi da Hamas.
Per Israele è uno schiaffo insopportabile. E non è il solo, visto che in un'ulteriore violazione della tregua, le truppe israeliane sostengono di essere state colpite ieri dai terroristi con granate e colpi di cecchino nell'area di Rafah, a Sud, dove i soldati delle Idf e Hamas si sono scontrati. Tanto è bastato per spingere il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, convinto da giorni che il gruppo palestinese stia speculando sui rapiti, a convocare una riunione di emergenza, dopo la quale sono partiti massicci raid sulla Striscia, da Rafah a Gaza City, dove è stata colpita l'area vicina all'ospedale Al Shifa, in cui ci sarebbero diverse vittime. Secondo il giornalista di Axios, Barak Ravid, l'incontro dei vertici israeliani si sarebbe chiuso senza alcuna decisione e Netanyahu avrebbe spiegato la necessità di coordinarsi con gli Stati Uniti prima di agire.
Il ministro della Difesa, Israel Katz, promette ora che i terroristi «pagheranno un duro prezzo». Hamas respinge le accuse e incolpa Israele di «intralciare il recupero delle salme» e «fabbricare falsi pretesti per nuove aggressioni» e, dopo aver annunciato per ieri sera la restituzione di un ostaggio, ha infine rinviato l'operazione «a causa delle violazioni», spiegando nel frattempo di aver trovato il cadavere di un rapito in un tunnel a Khan Younis.
La madre di Ofir, il rapito il cui corpo è stato recuperato a rate, spiega: «È una tortura emotiva. Hamas mente al mondo con false ricerche e scoperte, gioca con i cadaveri dei nostri figli». Le famiglie degli ostaggi chiedono che non si passi alla fase due dell'accordo di pace finché tutti i rapiti non torneranno in Israele. E ancora più dura si alza la voce dell'ultradestra messianica dei ministri Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich. Contrari da sempre al cessate il fuoco e al piano di pace voluto da Donald Trump, i due chiedono di «distruggere completamente Hamas».
«Avevo ragione a non volere patti col diavolo», spiega Ben Gvir, convinto che l'organizzazione vada annientata «una volta per tutte». Gli fa eco Smotrich, che chiede «risposte energiche e determinate» per «l'obiettivo centrale della guerra: la distruzione di Hamas e la rimozione della minaccia proveniente da Gaza».