
L'esercito israeliano è finito al centro della bufera. Durante la visita a Jenin di una delegazione composta da diplomatici provenienti da Paesi arabi ed europei, Giappone, India, Cina e altre parti del mondo, un'unità della Idf ha sparato colpi di avvertimento in aria, creando il panico. Il governo di Tel Aviv ha affermato che l'episodio è in fase di accertamento.
Sul convoglio era presente anche il viceconsole italiano Alessandro Tutino, che non è rimasto ferito ed è tornato in sicurezza al consolato. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha dato istruzioni per chiedere immediatamente spiegazioni e per protestare con le autorità dello Stato ebraico. "Le minacce contro i diplomatici sono inaccettabili", ha scritto il vicepremier su X. "Ho appena parlato con Alessandro Tutino, il vice console d'Italia a Gerusalemme che sta bene e che era tra i diplomatici che sarebbero stati attaccati a colpi di arma da fuoco vicino al campo profughi di Jenin. Chiediamo al governo d'Israele di chiarire immediatamente l'accaduto". Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha sentito il telefonicamente il titolare della Farnesina, per concordare la convocazione dell'ambasciatore israeliano in Italia. Una mossa, viene spiegato, valutata non solo alla luce dell'episodio odierno, ma anche nel contesto più ampio della drammatica situazione nella Striscia di Gaza.
Un portavoce delle Idf ha commentato l'accaduto, affermando che "da una prima indagine risulta che la delegazione si è allontanata dal percorso previsto ed è giunta in un'area in cui non era autorizzata a trovarsi. Una forza dell'Idf operativa sul posto ha effettuato colpi di avvertimento. Non ci sono stati né danni né feriti". Il rappresentante dell'esercito israeliano ha anche affermato che saranno immediatamente contattate le ambasciate dei Paesi coinvolti nell'incidente e che nei prossimi giorni saranno condotti "colloqui personali con i diplomatici per aggiornarli sui risultati preliminari dell'indagine". Le forze armate di Tel Aviv hanno anche espresso "rammarico" per l'accaduto e si sono scusate per l'"inconveniente".
Il ministro degli Affari esteri e degli espatriati dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) ha duramente condannato l'episodio, definendolo un "attacco diretto delle forze di occupazione israeliane contro una delegazione diplomatica accreditata presso lo Stato di Palestina, accompagnata da numerosi giornalisti arabi e stranieri, sparando loro proiettili veri mentre erano in visita al campo nel governatorato di Jenin per esaminare le condizioni umanitarie, i crimini e le violazioni commessi dalle forze di occupazione nella zona". Una versione decisamente diversa rispetto a quella fornita da Israele, e che cozza con il fatto che non vi sono stati feriti. Il capo della diplomazia dell'Anp ha anche parlato di "una flagrante e grave violazione del diritto internazionale e delle più elementari regole delle relazioni diplomatiche".
Anche l'alto rappresentante per la Politica estera dell'Ue Kaja Kallas ha chiesto chiarimenti sull'accaduto. "Chiediamo a Israele di indagare su questo episodio e di chiamare i responsabili a rispondere", ha dichiarato.
"Qualsiasi minaccia alla vita dei diplomatici è inaccettabile. Quindi, poiché Israele è anche firmatario della Convenzione di Vienna che impone l'obbligo di garantire la sicurezza di tutti i diplomatici stranieri, ritengo che questo sia importante".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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