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Schierato il primo squadrone di droni kamikaze LUCAS: cosa c'è dietro la mossa Usa

Il CENTCOM integra i droni monouso LUCAS nella propria architettura operativa per rispondere alla crescente proliferazione di vettori offensivi regionali

Schierato il primo squadrone di droni kamikaze LUCAS: cosa c'è dietro la mossa Usa
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Il Comando Centrale degli Stati Uniti (CENTCOM) ha ufficializzato il 3 dicembre l’avvio di una nuova task force incaricata di operare droni d’attacco a basso costo e lunga autonomia, aprendo una fase inedita nell’impiego dei sistemi unmanned da parte delle forze americane. Si tratta del primo squadrone statunitense composto interamente da piattaforme monouso dedicate alle operazioni d’urto. Un passaggio che riflette l’evoluzione del campo di battaglia mediorientale, dove la proliferazione di droni offensivi ha imposto a Washington un adeguamento rapido delle proprie capacità.

La nuova task force (TFSS)

La Task Force Scorpion Strike (TFSS) è stata istituita dopo la decisione del Segretario alla Difesa Pete Hegseth di accelerare lo sviluppo e l’acquisizione di tecnologie aeree non convenzionali. L’obiettivo è contrastare l’uso crescente di droni a basso costo da parte di milizie e gruppi armati, che negli ultimi mesi hanno impiegato sciami di vettori improvvisati per saturare le difese aeree tradizionali e colpire infrastrutture sensibili.

Nel giro di pochi mesi, la TFSS ha formato un primo squadrone basato sul sistema LUCAS, una piattaforma pensata per fornire capacità d’attacco precise, rapide e sacrificabili. Questo sviluppo risponde alla necessità di affiancare agli asset convenzionali uno strumento economico e immediatamente disponibile, capace di sostenere operazioni offensive senza esporre velivoli di maggior valore.

Il sistema LUCAS

Il LUCAS (Low-cost Unmanned Combat Attack System) rappresenta la nuova frontiera dei droni monouso, o (kamikaze), statunitensi. Progettato per combinare autonomia, modularità e contenimento dei costi, è pensato per missioni d’attacco in profondità in contesti ad alto rischio.

La piattaforma può essere lanciata tramite catapulte, sistemi a razzo assistito o mezzi terrestri mobili, rendendo possibile lo schieramento anche in aree prive di piste o infrastrutture aeronautiche. Dotato di sistemi di navigazione autonoma e sensori dedicati, l’armamento può seguire rotte preprogrammate, adattarsi alle condizioni tattiche del momento e colpire obiettivi senza un controllo continuo da remoto.

La modularità del carico utile consente una gamma di impieghi che va dall’attacco di precisione contro postazioni radar e depositi logistici fino a missioni di saturazione contro difese stratificate. Il concetto operativo punta sulla “spendibilità” del vettore: impiegabile anche in scenari dove la perdita della piattaforma è considerata accettabile a fronte del risultato operativo.

Un moltiplicatore di deterrenza

Il lancio della TFSS è parte di una strategia più ampia che il CENTCOM sta conducendo attraverso la Rapid Employment Joint Task Force (REJTF), creata per accelerare l’integrazione delle tecnologie emergenti nei reparti schierati all’estero. L’iniziativa si concentra su tre aree chiave: sviluppo delle capacità, innovazione software e cooperazione tecnologica con partner e alleati.

Secondo l’Ammiraglio Brad Cooper, la task force rappresenta “un moltiplicatore di deterrenza”, grazie alla rapidità con cui consente di introdurre sul campo soluzioni difficili da anticipare. Il coinvolgimento del Comando Operazioni Speciali Centrale indica inoltre che i droni LUCAS saranno impiegati anche in operazioni mirate, azioni contro milizie ostili e missioni che richiedono un equilibrio tra precisione, silenziosità e capacità d’urto.

Nel suo complesso, questa nuova architettura dronica consente agli Stati Uniti di adeguare la propria postura militare a un Medio Oriente dove la competizione tecnologica è diventata parte integrante dello scontro

strategico. E ribadisce, al tempo stesso, la volontà di Washington di mantenere un vantaggio operativo in un dominio, quello dei sistemi unmanned, destinato a pesare sempre di più nelle dinamiche della deterrenza contemporanea.

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