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Sudan, droni colpiscono un asilo nel Kordofan: almeno 50 morti, 33 bambini

Guerra civile senza tregua: accuse incrociate tra esercito e paramilitari mentre l’uso dei droni alimenta la strage di civili e l’allarme internazionale

Sudan, droni colpiscono un asilo nel Kordofan: almeno 50 morti, 33 bambini
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Un attacco con droni ha colpito la città di Kalogi, nello Stato sudanese del South Kordofan, causando la morte di almeno 50 civili, tra cui 33 bambini. Secondo la BBC e la Rete dei Medici Sudanesi (Sudan Doctors Network), uno dei raid avrebbe centrato un asilo nido, trasformandolo in un luogo di morte.

La rete medica locale riferisce che l’attacco non si sarebbe limitato a un singolo obiettivo: dopo il primo bombardamento sulla struttura per l’infanzia, altri droni avrebbero colpito aree circostanti, inclusi edifici civili e strutture sanitarie, ostacolando i soccorsi. Il bilancio delle vittime resta tuttavia provvisorio, a causa delle difficoltà di accesso e del blackout informativo nella regione.

Secondo la Sudan Doctors Network e l’esercito sudanese (SAF), la responsabilità dell’attacco ricadrebbe sulle Forze di Supporto Rapido (RSF), il gruppo paramilitare impegnato dal 2023 in una guerra aperta contro le forze armate regolari. Le organizzazioni mediche parlano di un’azione condotta in un’area priva di obiettivi militari evidenti e denunciano una grave violazione del diritto internazionale umanitario.

Le RSF hanno smentito ogni coinvolgimento, accusando a loro volta l’esercito sudanese di aver compiuto, il giorno successivo, un attacco con droni contro un mercato nel Darfur, colpendo anche un deposito di carburante nell’area del valico di frontiera di Adré, al confine con il Ciad. Anche in questo caso, le informazioni non sono state verificate in modo indipendente.

Fonti locali parlano di numeri più alti rispetto alle prime stime, ma le organizzazioni internazionali invitano alla cautela: la mancanza di osservatori sul campo e l’impossibilità per giornalisti stranieri di raggiungere Kalogi rendono difficile una conferma definitiva del bilancio. Tutte le fonti concordano, però, su un punto: la maggioranza delle vittime sono civili, e un numero elevatissimo sono bambini.

L’attacco di Kalogi arriva in un contesto di crescente utilizzo dei droni da parte di entrambi gli schieramenti, una dinamica che – secondo esperti delle Nazioni Unite – sta aumentando il numero di vittime civili e ampliando il raggio della guerra anche in aree precedentemente considerate relativamente sicure. Dall’inizio del conflitto nell’aprile 2023, la guerra civile sudanese ha provocato decine di migliaia di morti e lo sfollamento di milioni di persone, dando origine a una delle più gravi crisi umanitarie al mondo. Ospedali, scuole e mercati sono stati più volte colpiti, mentre l’accesso agli aiuti umanitari resta fortemente limitato.

Emergency Lawyers, un'organizzazione per i diritti umani che monitora la violenza contro i civili in Sudan, ha riferito oggi del secondo attacco contro i paramedici che curavano i sopravvissuti a Kalogi e ha affermato che sarebbe stato attaccato anche "un terzo

sito civile vicino ai due precedenti". L'attacco di giovedì è l'ultimo dei combattimenti tra RSF e l'esercito sudanese, in guerra da oltre due anni. Ora si sta concentrando negli stati del Kordofan, ricchi di petrolio.

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